Sardegna

Un brindisi all'Ecomuseo per i 50 anni della Vernaccia

A Tramatza incontri, degustazioni per festeggiar prima doc sarda

Redazione Ansa

E' un anniversario speciale. La Vernaccia di Oristano, prima Doc sarda, compie 50 anni.
    Un'importante ricorrenza per questo bianco secco dai sentori intensi e "mirrati", un vitigno unico al mondo che, primo nell'Isola, ha ottenuto nel 1971, la prestigiosa denominazione.
    L'11 dicembre a Tramatza, a casa Enna, sede dell'Ecomuseo multimediale del Vernaccia di Oristano, rete di produttori impegnata nella promozione e tutela del vitigno, fondata da Davide Orro, è in programma una giornata di festa e riflessioni.
    Le esibizioni del gruppo tamburini e trombettieri della Pro Loco di Oristano accompagnano incontri e degustazioni. In programma una mostra, un pranzo con i piatti d' autore di Roberto Serra abbinati ad arte a differenti tipologie di Vernaccia dal sommelier Fabrizio Abis, responsabile del tavolo enogastronomico dell'Ecomuseo. Dalle 16, via al brindisi con un percorso di degustazione di Vernaccia e Nieddera in abbinamento ai piatti tipici del territorio. Collaborano le aziende Contini, Cantina Sociale della Vernaccia, F.lli Serra, Famiglia Orro e Quartomoro.
    Alle 11 sarà presentato "Vernaccia di Oristano identità di un territorio", Carlo Delfino Editore, fresco di stampa. Uno strumento di carattere divulgativo pensato sia per enocuriosi che addetti ai lavori. In primo piano gli aspetti viticoli ed enologici e la storia del vitigno autoctono che risale all'epoca nuragica. Un vino dalla grande struttura e capacità olfattive, merito del suo particolare e naturale affinamento sui lieviti flor nelle botti scolme.
    "Una perla enologica mondiale che purtroppo ha visto in questi ultimi decenni ridursi notevolmente il consumo e di conseguenza le superfici coltivate - spiega all' ANSA Davide Orro - si è passati, da circa 2.000 ettari coltivati negli anni '80-'90 agli attuali 250-300. Ma grazie ai progetti di rete dell' Ecomuseo la rivoluzione della Vernaccia è già in atto, per renderla protagonista, ma anche sostenibile dal punto di vista del mercato grazie a nuove tipologie di vinificazione, come il metodo ancestrale o in acciaio - aggiunge - un ruolo fondamentale lo giocano le amministrazioni e le istituzioni locali, in collegamento con i produttori per far conoscere al mondo questo tesoro". 

Leggi l'articolo completo su ANSA.it