Sardegna

Droga, estorsioni e minacce, sgominata banda a Oristano

Centrale dello spaccio a Torangius, 41 kg di canapa sequestrati

Redazione Ansa

Quattro persone in carcere, altre otto sottoposte all'obbligo di dimora, 41 chili di cannabis sequestrati nel corso delle indagini per un valore di oltre 250 mila euro. Sono i numeri della massiccia operazione antidroga portata a termine dagli investigatori della Squadra mobile di Oristano. In cella sono finiti due uomini che fanno parte dello stesso nucleo familiare di 52 e 32 anni, una donna loro complice di 35 anni e un altro 32enne bloccato durante le perquisizioni mentre lanciava dalla finestra cinque chili e mezzo di marijuana. Tutti sono accusati di detenzione e spaccio di droga, la donna e uno dei componenti del nucleo familiare devono rispondere anche di estorsione aggravata e porto e detenzione di armi. Venti le perquisizioni eseguite, una anche ad Arzachena..

 Le indagini, iniziate a ottobre dello scorso anno, sono partite proprio dopo l'arresto della 35enne sorpresa con 500 grammi di droga. Gli investigatori, coordinati dal dirigente Samuele Cabizzosu, sono risaliti ai fornitori della droga e hanno ricostruito tutta la filiera. È stata individuata la centrale dello spaccio nella abitazione in cui vivevano il 52enne e il 32enne nel quartiere Torangius a Oristano. I pusher e gli acquirenti, nelle intercettazioni telefoniche, la chiamavano la "Cantina" ed era il luogo in cui si rifornivano di cannabis che poi veniva spacciata tra Cabras, Fordongianus e Oristano.

Tra di loro c'erano anche minorenni - cinque sono stati denunciati o segnalati nel corso delle indagini - che poi spacciavano in ambiente scolastico. La droga, cannabis proveniente da una piantagione illegale, con un Thc del 14% superiore a quanto previsto dalla normativa, in alcuni casi, veniva data agli spacciatori in conto vendita: 2/3mila euro. Ma a volte gli spacciatori non riuscivano a pagare il debito: a quel punto i vertici del gruppo criminale, tra i quali anche la donna, non esitavano a portarli in aperta campagna e minacciarli di morte puntando loro la pistola o intimidendoli dicendo che avrebbero fatto del male ai componenti delle loro famiglie.
   

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