Sardegna

Canapa legale: petizione e sit-in a Cagliari, "regole certe"

Movimento coltivatori e Liberu, "colmare buco normativo"

Redazione Ansa

Una petizione on line per chiedere una legge regionale per la filiera della canapa e un presidio di protesta davanti al Consiglio regionale - mercoledì 10 novembre alle 11 - per sostenere questa istanza. Un'iniziativa sulla piattaforma Change.org, che ha già toccato le circa 3.500 firme in pochi giorni.

In un documento il neonato Movimento Canapicoltori Sardi, che racchiude coltivatori e addetti al settore, esprime "forte preoccupazione" perché "decine di imprenditori si trovano a brancolare tra spese sostenute, rischi penali e un mercato nuovo e poco conosciuto". "Si costituisca immediatamente un tavolo di concertazione tra Regione, Procure e nostri rappresentati, per disinnescare immediatamente l'escalation alla quale stiamo assistendo - scrivono in un lungo documento - Servono anche attività di controllo obbligatorie e urgenti per bloccare eventuali infiltrazioni criminali nel settore e garantire maggior tutela al produttori". Sul fronte economico il Movimento sollecita "dettagliati disciplinari di produzione per l'ottenimento di marchi regionali di qualità, promuovere l'aggregazione delle imprese e un evento fieristico, nella quale promuovere le produzioni regionali. I coltivatori e gli addetti al settore sono pronti sin da subito a mettersi a disposizione in maniera attiva per il conseguimento dei risultati proposti".

In campo anche gli indipendentisti di Liberu: "gran parte dei clamorosi sequestri di questi ultimi tempi interessano non stupefacenti ma normalissime piante di "Cannabis Sativa L", la cui coltivazione è permessa dalla legge. Solo che la Regione non si è preoccupata, come invece fatto da Piemonte e Lombardia, di colmare un buco normativo per quanto riguarda la trasformazione, trasporto e commercializzazione della stessa pianta. Che quindi appena estirpata diventa illegale- sostengono - Vogliamo sostenere un settore di lavoratori onesti e corretti, colpiti ingiustamente dalla repressione a causa di una inadempienza normativa di una classe politica che mostra di disinteressarsi (anche) a questo settore".

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