Sardegna

Sanità: Rosso Mori, fuori i politici rei del disastro

Nuova protesta a Nuoro a sostegno del diritto alla salute

Redazione Ansa

Dopo la manifestazione promossa questa mattina dall'associazione "Vivere a Colori", una nuova iniziativa contro lo smantellamento della sanità nuorese ha riempito piazza Vittorio Emanuele. A organizzarla è il partito dei Rosso Mori con l'adesione dell'Anpi Nuoro Ogliastra, Sardegna Possibile, Associazione Diabetici centro Sardegna, Movimento pastori, Collettivo comunista di Nuoro, Cgil Funzione Pubblica, Comitato cittadini liberi, gruppo Bene comune Siniscola, Progetto per Nuoro, Potere al Popolo e Liberu.

"Non c'è nessuna divisione con i promotori della prima manifestazione, sono solo due iniziative promosse in concomitanza - spiega la segretaria nazionale dei Rosso Mori Lucia Chessa - Certo, dopo aver visto le immagini di stamattina con la passerella dei politici responsabili del disastro della sanità, ne prendiamo le distanze - precisa - Noi Rosso Mori siamo usciti dall'aula in Consiglio regionale quando è stata approvata la riforma Pigliaru - ricorda - L'allora assessore Arru con il dimensionamento dei servizi in base alla popolazione, ha inizato il declassamento dell'ospedale San Francesco. Oggi possiamo sollevare la voce e combattere contro le scelte dell'ultimo Governo regionale che sta finendo il disastro iniziato. La triste verità è che non ci sono medici e anche se iniziassero oggi a rimediare, gli effetti nefasti li vedremo tra dieci anni".

Da Nuoro ai territori che stanno vivendo la stessa situazione. "Portiamo qui la voce del distretto di Siniscola dove ci hanno chiuso i servizi per i pazienti oncologici, ridimensionato diverse branche specialistiche e dove quattro paesi, compreso il nostro, hanno un solo pediatra, lasciando così fuori dall'assistenza centinaia di bambini - attacca Caterina Floris dell'associazione Bene Comune - Questo fa sì che per ogni cosa siamo costretti a venire a Nuoro, ma l'ospedale San Francesco è al collasso: nessun reparto funziona, ci sono prenotazioni di visite fino al 2023, in pratica ci viene negato il diritto alla salute. Questo - promette l'attivista - non possiamo permetterlo, combatteremo fino alla fine".
   

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