Sardegna

Femminicidio Alghero:testi in aula,"la relazione era finita"

Per amiche e amici "Speranza voleva tornare alla vita di prima"

Redazione Ansa

Per gli amici la relazione tra Speranza Ponti, il cui cadavere è stato trovato il 30 gennaio 2020 a Monte Carru, nelle campagne di Alghero, e Massimiliano Farci, il fidanzato accusato per la sua morte, era finita. I rapporti erano tesi, le litigate continue, lei era stressata e triste e rivoleva la vita di prima. Oggi davanti alla Corte d'assise di Sassari, presieduta dal giudice Massimo Zaniboni, a latere la Valentina Nuvoli, la testimonianza di un'amica della coppia è durata oltre due ore sotto il fuoco di domande del pm Angelo Beccu e dell'avvocato Daniele Solinas, che difende Farci, mentre le parti civili sono assistite dagli avvocati Stefano Carboni ed Edoardo Morette.

 Entrambi - ha raccontato la testimone - si accusavano di essere diventati aggressivi, lui temeva di restare da solo con lei e lei riferiva di violenze verbali irripetibili. Dolcissima, empatica, sempre in ordine, curata nell'aspetto e nel tenere casa, Speranza si era adombrata ed era dimagrita troppo. Il raffreddamento con la famiglia, certo, ma c'era altro e Speranza aveva prospettato alla sua amica la possibilità di aprire un'attività insieme coi soldi di un'assicurazione e della casa venduta a Genova.

 Ha parlato in aula anche la padrona della casa in cui i due vivevano. Dieci mesi di appartamento sotto sequestro l'hanno messa in difficoltà e l'hanno depressa, per questo lei oggi ha pianto, gridato e battuto i pugni sul banco. Ma non ha potuto confermare di litigi continui, dato che nel palazzo di via Vittorio Emanuele nessuno si è mai lamentato, né di difficoltà economiche, vista la puntualità dei pagamenti.

Dalle parole di altre due amiche, due parrucchiere, emerge che Speranza stava decidendo cosa fare della sua vita e dei suoi soldi e la indispettiva che il compagno non onorasse il debito maturato con lei per rifare la pizzeria "Sergio's" di via XX settembre. Per l'uomo che li aiutò nei lavori, Massimiliano Farci era un fratello. Con lui non aveva debiti, né aveva mai colto problemi di coppia, ma dopo la sparizione di Speranza non si fidava più di lui. L'audizione dei testimoni proseguirà il 16 novembre.
   

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