Sardegna

Nanau, il giornalismo d'inchiesta sul grande schermo

In Sardegna il regista romeno candidato Oscar con "Collective"

Redazione Ansa

DI MARIA GRAZIA MARILOTTI

"Collective è ambientato in Romania ma è una storia universale, tocca un tema che non riguarda solo il mio paese. Ha creato un forte meccanismo di identificazione in diverse parti del mondo". Alexander Nanau, regista dell'acclamato e coraggioso docu-thriller, straordinario interprete del cinema del reale, è in Sardegna, ospite d'onore di "How To Film The World", la rassegna biennale del Carbonia Film Festival incentrata sulla formazione dei giovani. Una rassegna che fino al 10 ottobre accende i riflettori sul nuovo cinema tra proiezioni, approfondimenti, musica, spettacoli, arti visive, con un focus sui temi del lavoro e delle migrazioni.

Nella città mineraria Nanau presenta il suo film pluripremiato, doppia candidatura agli Oscar 2021 come miglior film straniero e miglior documentario. Una narrazione, quella del primo regista romeno ad ottenere la nomination, su un'inchiesta giornalistica che indaga sulla corruzione del sistema sanitario in Romania degli ultimi anni dopo un fatto di cronaca, il terribile incendio alla discoteca Colectiv di Bucarest che causò la morte di 64 persone e il ferimento di altre 153. Regista rivelazione in un genere che si sta sempre più imponendo all'attenzione, il documentario, Nanau nasce a Bucarest nel 1979 ma si trasferisce all'età di 12 anni in Germania dove studia cinematografia.

"Nel mio paese tutto questo è passato sotto silenzio - racconta in un colloquio con i giornalisti presso gli uffici della ex direzione del complesso della Grande Miniera di Serbariu - Da parte dei giovani, della fascia tra i 16 e 35, c' è stata una bellissima accoglienza. Il sistema sanitario è il simbolo, la spia dello stato di sviluppo di una società: deve tutelare persone in quel momento fragili. La pandemia ha amplificato, messo ancora più in luce queste criticità, come anche la paura dei cittadini di perdere il controllo sulla proprie vita e di come tutto possa cambiare in un istante". Un film che tocca temi scottanti, attuali con uno sguardo profondo e una estetica raffinata. E con una marcata cifra d'autore. Oltre alla regia Nanau si ritaglia altri ruoli chiave e firma sceneggiatura, montaggio e direzione della fotografia. "Questo - spiega - mi dà una grande libertà di scelte e di tempi di lavorazione".

Tra i progetti futuri il regista annuncia "una serie, un film di animazione e uno legato alla Romania". Poi svela: "Se il cinema tedesco, Fassbinder in testa, ha avuto un'influenza nella mia crescita culturale, se il mio film preferito è di un italiano, C'era una volta in America, di Sergio Leone, chi mi ha dato il la per fare un certo tipo di cinema sono stati Robert Flaherty e i fratelli Maysles". Progaonista di una masteclass riservata ai giovani, dà a loro alcune 'dritte': "A chi si avvicina al cinema consiglio di seguire, il più possibile in libertà, le proprie inclinazioni per trovare la propria strada".
   
   

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