Sardegna

Le botteghe di Bitti si 'aprono' alla civiltà nuragica

40 pannelli in mostra per iniziativa Sardegna verso l'Unesco

Redazione Ansa

(ANSA) - BITTI, 29 SET - Romanzesu di Bitti, Santu Antine di Torralba, Monte Prama di Cabras, Su Tempiesu di Orune, Cuccurada di Mogoro: sono soltanto alcuni dei 40 siti monumentali della civiltà nuragica raffigurati in altrettanti pannelli in mostra, da oggi fino al 6 ottobre prossimo, nelle principali attività commerciali e artigiane di Bitti per iniziativa dell'associazione "La Sardegna verso l'Unesco", che si batte per il riconoscimento dei monumenti dell'età nuragica come patrimonio dell'umanità.
    Allestita con la collaborazione del Comune, della Cooperativa "Istelai" e degli artigiani e commercianti bittesi, la carrellata di foto si concentra su nuraghi, tombe dei giganti e pozzi sacri scelti per la loro monumentalità e la loro importanza. L'esposizione, dopo essere stata ospitata nelle principali città della Sardegna e in numerosi centri dell'Isola, approda così anche nel cuore dell'Unione dei Comuni del Montalboche, oltre Bitti, comprende Lula, Onanì, Lodè, Siniscola, Torpè, Posada, Osidda e Orune.
    Questa mattina, alla conferenza stampa di presentazione, erano presenti Michele Cossa e Roberto Deriu, soci fondatori de "La Sardegna verso l'Unesco", la dottoressa Maria Ausilia Fadda, archeologa, componente del comitato scientifico dell'associazione ed ex direttrice del centro operativo di Nuoro per la Soprintendenza Archeologica per le province di Sassari e Nuoro, il sindaco di Bitti, Giuseppe Ciccolini, e la sindaca di Lodè, Antonella Canu.
    L'Unesco a Bitti è di casa. Il paese è infatti famoso in tutto il mondo per i suoi gruppi di canto a tenore, espressione musicale arcaica riconosciuta nel 2005 tra i patrimoni orali e immateriali dell'umanità. Il "sigillo" dell'organizzazione delle Nazioni Unite riguarda anche il versante ambientale: Bitti è uno dei 17 Comuni che fanno parte della Riserva di Biosfera "Tepilora, Rio Posada e Montalbo" riconosciuta dall'Unesco nel 2017. (ANSA).
   

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