Sardegna

Santu Lussurgiu, il Montiferru riparte dalla cultura

Dal 3 al 9 settembre torna la rassegna "Percorsi Teatrali"

Redazione Ansa

(ANSA) - SANTU LUSSURGIU, 02 SET - Il Montiferru "riparte" dalla cultura. "La ricostruzione del paese dopo la devastazione degli incendi dello scorso luglio ricomincia dal teatro e dalla socialità": con queste parole il sindaco di Santu Lussurgiu, Diego Loi, ha annunciato l'inizio della 13/a edizione del festival "Percorsi Teatrali" organizzato dal Teatro del Segno.
    Un "segnale di speranza e di rinascita" in un territorio in cui sono ancora visibili le tracce dello spaventoso rogo giunto alle soglie del centro abitato. I "Percorsi Teatrali" slittano da luglio a settembre per sette giornate, dal 3 al 9, tra spettacoli, recital e concerti nel Cortile della Scuola dell'Infanzia e l'appuntamento con "Una favola al giorno" per i bambini nel Parco della Biblioteca.
    "Non si potranno tenere i laboratori, a causa del Covid-19 - spiega il direttore artistico Stefano Ledda - ma ospiteremo dal 4 al 9 uno stage per attori e allievi a cura di Manuele Morgese e Francesca La Cava, con l'anteprima nazionale (giovedì 9) de "I giganti della montagna" di Pirandello".
    Iniziano infatti nel "paese nel vulcano" le prove del dramma incompiuto dell'artista siciliano, che debutterà a dicembre al TsE di Cagliari.
    Intanto si riaccendono i riflettori a Santu Lussurgiu.
    Inaugurazione il 3 alle 19,30 con "Il Gatto dagli stivali" del Teatro d'Inverno, poi gli "Amori da Palcoscenico" con Marta Proietti Orzella e Stefano Ledda e la partecipazione di Rossella Faa (il 4 alle 21). Racconti e canzoni sul vino con "Una botte e via" di Monica Zuncheddu (il 5), poi "Dov'è il filo?" con Agostino Cacciabue e Rita Xaxa e le marionette del Teatro Tages (il 6). Si ispira a "Le Serve" di Genet "S'Accabadora" di Susanna Mameli con Elisa Pistis e Marta Proietti Orzella (il 7) mentre il fascino e la modernità della "Divina Commedia" sono al centro di "Me l'ha detto Dante" (l'8). Infine il concerto dei Brinca (il 9), per chiudere in bellezza con i ritmi della festa, in un ideale "ballu tundu". (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it