Sardegna

Cisl, 243 euro/abitante per servizi sociali in Comuni sardi

Isola 3/a in Italia dopo Trentino-AAdige e Friuli Venezia Giulia

Redazione Ansa

La spesa dei Comuni sardi per i servizi sociali è in media di 243 euro per abitante. E la Sardegna si piazza al terzo posto nella classifica delle regioni italiane in questo settore dietro Trentino Alto Adige con 392 euro e Friuli Venezia Giulia con 277 euro. Sono i conti del Rapporto Sanità e territorio - I servizi sociosanitari dei Comuni italiani" realizzato da Federsanità, Anci e Ifel. Ma per la Cisl Fnp sono soldi che potrebbero essere spesi meglio.

"Rispetto ai servizi sociali per gli anziani - dice il segretario generale del settore pensionati del sindacato, Alberto Farina - la situazione negli ultimi decenni è migliorata molto, almeno relativamente alla spesa per abitante, anche per merito delle lotte sindacali. Purtroppo gli effetti pratici e qualitativi sono a macchia di leopardo, cioè in certi comuni si sfiora l'eccellenza in altri a volte non si raggiunge la sufficienza nei servizi sociali destinati agli anziani". Relativamente all'assistenza anziani - dice la Cisl - il rapporto registra che nel 2018 (ultimo dato disponibile) solamente il 35,5% dei Comuni isolani è coperto da un servizio con strutture residenziali proprie o con rette/contributi pagati dai comuni per gli utenti di strutture residenziali private.

Per quanto riguarda la spesa per l'assistenza sostenuta dai comuni singoli o associati per tipo di prestazione, in Sardegna il 54,7% della spesa è assorbito dall'assistenza domiciliare e socio- assistenziale, il 24,3% per voucher, assegno di cura o buono sociosanitario. Solamente il 20,7% dei comuni sardi - secondo l'Istat - nel 2018 nell'area anziani è coperto sul fronte dell'assistenza domiciliare integrata con quella sanitaria. "Le ragioni della nostra mobilitazione sui problemi socio sanitari dell'isola - continua Farina - riguardano anche la scarsa integrazione tra sanità e assistenza, che in una regione dove la popolazione anziana tende ad aumentare è fondamentale anche per ridurre i costi della sanità generale conservando la qualità".
   

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