Sardegna

Covid: fiori in piazza come simbolo di ripartenza

Iniziativa Coldiretti anche in piazza Yenne a Cagliari

Redazione Ansa

I fiori messaggeri di speranza per la ripartenza dopo un anno e mezzo di confinamento per la pandemia. E' l'augurio dell'iniziativa "Ripartiamo con un fiore" targata Coldiretti - AFFI (Associazione Fioricoltori e Fioristi Italiani) e i fioristi di Federfiori che oggi hanno colorato le principali piazze italiane con degli allestimenti floreali. In Sardegna si è scelto una panchina di piazza Yenne a Cagliari, adornata con gerbere, garofani, lisianthus, girasoli e tutta la ricca offerta di colori che il settore florovivaistico è in grado di mettere a disposizione del mercato, grazie a Simona Medda della Wedding Flowers di Quartucciu, in collaborazione con i ragazzi della scuola di arte floreale Blooms Accademy.

Sarà l'installazione che per tutta la giornata di oggi, 6 luglio, avrà il compito di comunicare ai passanti un messaggio di speranza, di ripartenza e buon auspicio per il settore florovivaistico. "Ripartiamo con un fiore" è un'installazione temporanea, di sole 24 ore, realizzata a costo zero con fiori invenduti che ripete l'iniziativa tenutasi l'anno scorso.

Il settore florovivaistico è stato uno dei più colpiti dalle restrizioni Covid, con perdite, secondo stime Coldiretti, che sono arrivate a 1,7 miliardi di euro nell'ultimo anno facendo finire nel baratro nel territorio nazionale 27 mila imprese con circa 200 mila posti di lavoro nella filiera. Un settore che solo in Sardegna ha visto soffrire pesantemente oltre 4 mila aziende con circa 4000 occupati e che non è indenne inoltre dai rischi dovuti ai fattori climatici e ambientali divenuti ormai l'incognita dalla quale è molto difficile difendersi.

"Con l'azzeramento di eventi pubblici, fiere e assemblee, cresime, comunioni, battesimi e matrimoni il settore - afferma Coldiretti - ha subito un crollo verticale che durante il lockdown del 2020, praticamente a inizio della stagione delle cerimonie, è stato del 100%. Una crisi generale che ha calcato la mano su un settore che già soffriva per la concorrenza sleale dai paesi esteri e l'impossibilità dei consumatori di capire quando il prodotto è made in Italy e quando non lo è".

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