Sardegna

Tpl: disagi anche nell'Isola per sciopero lavoratori settore

Uil, contratto scaduto da 3 anni.Cgil "da eroi a stracci vecchi"

Redazione Ansa

I lavoratori del trasporto pubblico locale si sono fermati in tutta Italia per la terza volta per uno sciopero di 24 ore proclamato da Uilt-Uil, Filt-Cgil, Fit-Cisl, Faisa-Cisal e Ugl. a sostegno della vertenza per il rinnovo del contratto collettivo nazionale del lavoro. A Cagliari e Sassari sono state organizzate due manifestazioni. E nel capoluogo sardo si registrano disagi: tante persone sono rimaste inutilmente in attesa del bus alle fermate. E per spostarsi sono state costrette a cercare mezzi di trasporto alternativi. Naturalmente pullman in circolazione nelle fasce protette che consentono ai lavoratori e agli studenti di muoversi per raggiungere uffici, cantieri e scuole.

"È inaccettabile che il contratto del Trasporto Pubblico Locale sia scaduto da tre anni e non si riesca ad arrivare al rinnovo esclusivamente per ragioni economiche - dichiara il segretario generale della Uiltrasporti sarda William Zonca - Il settore del trasporto locale ha visto da parte del Governo incentivi e aiuti economici verso le aziende sia nel periodo di pandemia che in prospettiva futura - spiega -: per questo è inammissibile che il contratto non venga chiuso. Stiamo parlando di lavoratori che, correndo molti rischi, hanno garantito il servizio dei trasporti in un periodo di piena crisi continuano a svolgerlo oggi. Per questo chiediamo la chiusura del contratto subito".

Il segretario generale della Filt Cgil Sardegna Arnaldo Boeddu evidenzia con soddisfazione la grande adesione di tutti i lavoratori del comparto "che, in alcuni casi, hanno aderito con percentuali pari al 100%". "In piena pandemia e quando ancora non erano disponibili tutti i dispositivi di protezione il servizio pubblico non si è mai fermato - aggiunge - Gli addetti al trasporto pubblici sono passati in pochi mesi da eroi a persone da usare come stracci vecchi, dando per scontato un servizio essenziale. Nel frattempo, le aziende hanno avuto ristori pari a quasi tre miliardi di euro per i mancati incassi da abbonamenti e della bigliettazione ma, continuano inspiegabilmente a non voler rinnovare un contratto collettivo".

Come evidenzia il segretario generale della Fit-Cisl Sardegna Ignazio Lai, "oltre al rinnovo del contratto nazionale scaduto ormai da altri 3 anni e mezzo ci sono dei i nodi che la nostra Regione dovrebbe sciogliere e riguardano soprattutto le 56 aziende dei trasporti che ci sono nella nostra Isola. La Regione concede a tutte queste un contributo chilometrico ma è il più basso d'Italia. Serve poi una struttura adeguata e quindi creare un sistema nuovo dei trasporti in Sardegna". la sollecita quindi un "serio confronto con la Regione".
   

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