Sardegna

Scontro tra barche a Olbia, indagato comandante motoscafo

Per la Procura di Tempio l'ipotesi di reato è omicidio colposo

Redazione Ansa

Elena Rizzi si è accorta per prima di quanto stava accadendo: la barca a vela "Sea Fever II" su cui viaggiava, timonata dal marito Alberto Filosi, era in rotta di collisione col motoscafo "Argo I" condotto da Luigi Zambaiti e con a bordo altre tre persone. Ha gridato, si è sbracciata per attirare la loro attenzione, ma non ha potuto evitare l'impatto, fatale per il marito. L'imprenditore milanese di 69 anni è morto sabato mattina nelle acque di Portisco, in Costa Smeralda.

La coppia veleggiava verso sud, a mezzo miglio dalla costa, quando il loro 10 metri è stato centrato dal semicabinato che rientrava verso l'attracco turistico a una velocità tra i 15 e i 20 nodi, circa 30-40 chilometri all'ora. La donna, subito accudita dagli equipaggi di altre imbarcazioni che si sono precipitati sul luogo dell'incidente per fornire assistenza, è ancora ricoverata in stato di choc all'ospedale di Olbia. È rimasta miracolosamente illesa, tanto che è stata lei a lanciare il mayday e ad attivare la macchina soccorsi, perciò quanto potrà raccontare agli investigatori sarà fondamentale per chiarire la dinamica della collisione.

All'allerta di Elena Rizzi ha risposto la Guardia costiera col supporto di Guardia di finanza e Carabinieri. Recuperata la salma e fatte le verifiche in immersione sulle due imbarcazioni messe sotto sequestro - "Argo I" a Portisco e "Sea Fever II" a Porto Cervo - gli uomini coordinati dal comandante della direzione marittima del Nord Sardegna, capitano di vascello Giovanni Canu, hanno ascoltato anche le persone che si trovavano sul motoscafo. Nel frattempo, Zambaiti, anche lui lombardo, è stato iscritto sul registro degli indagati per omicidio colposo.

Il fascicolo dell'inchiesta aperto dalla Procura di Tempio Pausania è passato dalla sostituta procuratrice Maria Paola Asara al suo omologo Ireno Satta. Questo ha fatto slittare l'autopsia sul corpo di Alberto Filosi: inizialmente prevista per ieri, la perizia del medico legale Francesco Serra dell'Università di Sassari è stata posticipata. Solo allora si potrà sapere se Filosi sia finito in mare dopo aver già perso i sensi, annegando, o se ad ucciderlo siano state le ferite procurate dall'elica del motoscafo una volta sbalzato in acqua. Un elemento sembra però assumere sempre più consistenza: probabilmente lo skipper si sarebbe potuto salvare gettandosi in mare, anziché tentare una disperata strambata per evitare l'impatto.

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