Sardegna

L'arte della fotografia in Sardegna ha il suo museo sul web

Si parte con mostra "Confini/Orizzonti-Meditazioni Mediterranee"

Redazione Ansa

Nasce il primo museo dedicato all'arte della fotografia in Sardegna. Si chiama "Space9_MIdI, Museo Immateriale dell'Immagine" ed è uno spazio virtuale ospitato su www.space9.it. Il progetto si deve a un'idea di Sonia Borsato, direttrice di Su Palatu, polo culturale della fotografia sarda fondato a Villanova Monteleone da Salvatore Ligios, e Giovanni Follesa, giornalista e scrittore, docente all'Accademia di Belle Arti a Sassari.

Di stanza in stanza si potranno ammirare oltre ad esposizioni temporanee, una Collezione permanente composta da un migliaio di opere di oltre cinquanta autori prevalentemente sardi. "Tutti insieme - spiegano i fondatori del museo - formulano una costruzione identitaria in grado di leggere la contemporaneità attraverso l'occhio della fotografia in Sardegna che su Space9 si rimette ad una coscienza universale aprendosi al dialogo col mondo, con un'attenzione particolare verso tutti i Paesi del Mediterraneo". A breve sarà disponibile anche la sezione del bookshop con i gadget museali.

L'idea risale al 2017. "Lontani dall'inimmaginabile pandemia che si è abbattuta sul mondo - raccontano i promotori - pensavano di catalogare i giovani fotografi della Sardegna e portarli all'interno di una dimensione digitale in grado di poterli far conoscere e presentare ad un pubblico più vasto, varcando digitalmente i confini dell'Isola". Fino al 12 aprile, intanto, è stata allestita la mostra temporanea inaugurale "Confini/Orizzonti - Meditazioni Mediterranee".

Il percorso si snoda attraverso parte delle opere inserite nella collezione permanente di Space9 - MidI, selezionate dai curatori Borsato e Follesa, gli scatti di alcuni fotografi siciliani e un lavoro realizzato in Catalogna da Myriam Meloni e Arnau Bach. "La mostra - sottolineano i due curatori - nasce dalla volontà di strutturare un dialogo tra Sardegna-Sicilia-Barcellona, nella consapevolezza di essere tappa irrinunciabile in un mare di geografie e nella responsabilità di leggere il Mediterraneo che, per sua natura, unisce e divide, concede e toglie, racconta e silenzia".

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