Sardegna

Test d'ingresso in Sardegna, si parte ma è caos

Ordinanza in vigore, verranno rimborsati da Regione

Coronavirus, controlli in aeroporto a Cagliari

Redazione Ansa

di Roberta Celot

Primo giorno di applicazione dell'obbligatorietà dei tamponi per chi arriva in Sardegna ed è subito caos. La circolare esplicativa resa nota ieri a tarda sera dalla Regione non chiarisce ancora tutti i dubbi, mentre si attendono in queste ore le valutazioni del Governo sulla legittimità costituzionale dell'ordinanza firmata venerdì notte dal presidente Christian Solinas.

Nel frattempo le nuove disposizioni sono in vigore tra passeggeri in arrivo disorientati, società di gestione di porti e aeroporti alle prese con un provvedimento definito "un enigma", e operatori turistici che denunciano una nuova ondata di disdette per questo ultimo scorcio di stagione, di per sè già disastrosa per effetto dell'emergenza Covid. Pochi viaggiatori con la certificazione del test in mano. Qualcuno vorrebbe anche consegnare la documentazione, ma non sa a chi, perché non trova addetti per il ritiro. Qualcuno che non ha provveduto prima della partenza chiede di effettuare il test in aeroporto. Ma i controlli immediati con personale Ats al momento sono solo per i passeggeri che arrivano da Croazia, Grecia, Malta e Spagna.

L'unico faro per chi è arrivato oggi all'aeroporto di Cagliari-Elmas è un banchetto sistemato al reparto arrivi: distribuisce un foglio con le indicazioni utili per trovare nelle vicinanze una struttura che esegue i test obbligatori, tamponi o esami sierologici che poi - spiega la circolare - saranno rimborsati dalla Regione. La prima cosa da fare è comunque chiamare un numero verde indicato nelle informazioni per comunicare il proprio arrivo e la volontà di sottoporsi al tampone entro 48 ore. Ma, denunciano alcuni passeggeri, "non risponde nessuno".

Poi l'impegno ad osservare l'isolamento fiduciario sino all'esito della verifica anti coronavirus. Le prime reazioni? Sbigottimento: "Bisognava gestire meglio la situazione sotto il profilo organizzativo", dice un passeggero arrivato dalla Lombardia. L'opposizione va all'attacco. "Il caos è colpa di Solinas - denunciano i deputati del Pd Andrea Frailis, Romina Mura e Gavino Manca - Invece di garantire sicurezza, è stata alimentata soltanto una situazione di grave incertezza che non può che penalizzare la nostra regione e scoraggiare chi deve arrivare. Quando si utilizza un'emergenza solo per fare propaganda e non per risolvere problemi non si poteva che arrivare a questo disastroso risultato".

Chi è convinto invece della legittimità dell'ordinanza è Stefano Vella, consulente della Regione Sardegna per l'emergenza Covid-19 e docente di Salute globale dell'Università Cattolica di Roma. "E' partcolarmente equilibrata - spiega - comprendo che l'ordinanza di maggio fosse impossibile da realizzare perché allora non c'erano test disponibili, ma se questa ordinanza venisse impugnata si andrebbe contro tutte le evidenze scientifiche che spingono verso l'uso ampio dei test, anche su persone asintomatiche. Si tratta di un provvedimento di sanità pubblica - chiarisce l'esperto - in un contesto di emergenza sanitaria e di risalita dei contagi. Non pretende di trovare tutti i casi di coronavirus, ma di abbattere buona parte dei rischi".

Gli effetti dell'incertezza, intanto, si fanno già sentire sul turismo. "Non abbiamo ancora numeri, ma il danno è registrabile e potrà essere verificabile già nei prossimi giorni - annuncia il presidente regionale di Federalberghi Paolo Manca - Molti stanno rinunciando anche a costo di perdere il biglietto aereo o della nave, pur di non rimanere bloccato in Sardegna tra mille dubbi. Questa situazione ha completamente bloccato le nuove prenotazioni e sta creando incertezza su quelle in essere per le prossime settimane, molti non intendono correre il rischio di rimanere bloccati qui, tanto più che non è chiara tutta la parte della gestione in caso di positività".

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