Sardegna

Fase 2: imprese turismo "evitare flop. Risposte entro il 15"

Raccolta firme, già persi 9mln presenze e 800mln fatturato

Redazione Ansa

Alberghi pronti ad accogliere i vacanzieri. Ma servono certezze. È fondamentale conoscere al più presto le modalità per una riapertura in sicurezza, i protocolli sanitari e i processi dall'arrivo dei turisti alla loro partenza e le regole da seguire se si dovessero presentare casi di contagio. Per questo Federalberghi, Confindustria e Confcommercio Sardegna, raccogliendo le preoccupazioni di tutte le imprese legate al settore turistico e alle decine di migliaia di dipendenti, lanciano una campagna firme per sostenere il loro appello forte alla Regione e al suo presidente Christian Solinas.

"Non c'è più tempo, il 15 maggio per tutto il sistema è l'ultima data utile per avere certezze e risposte su come, quando e se la Sardegna potrà essere nella lista destinazioni turistiche della stagione 2020 -, sottolineano le tre organizzazioni - È ora di agire, la Regione fermi questo triste conto alla rovescia: solo con scelte rapide, chiare e con una programmazione definita e puntuale sarà possibile evitare il disastro e salvare i posti di lavoro. È il momento di riprendere in mano il futuro della Sardegna".

Le stime sono già disastrose. Se anche si aprirà completamente - avvertono le aziende - il primo luglio, il crollo sarà pesante. Nella stagione 2020 - questi i numeri del report - si perderanno 9 milioni e 698mila presenze: il 70% in meno di stranieri e il 59% di italiani. In più il fatturato degli alberghi sarà tagliato di 800 milioni di euro e si perderà il 67% dei posti stagionali, oltre 50mila lavoratori in meno. L'intero sistema turistico perderà oltre 2,5 miliardi di euro.

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