Sardegna

Estetisti e parrucchieri Macomer riaprono l'11

Dopo ordinanza Regione sollecitate regole chiare per riapertura

Redazione Ansa

Via libera da parte del sindaco di Macomer, Antonio Succu, alla riapertura di parrucchieri, barbieri ed estetisti l'11 maggio prossimo - data a partire dalla quale queste attività possono riprendere secondo l'ordinanza della Regione - ma con condizioni di sicurezza sanitare severe. La decisione è arrivata dopo il flash mob della categoria, stamattina nella cittadina del Nuorese con luci accese daventi alle bottoghe e un indumento verde segno di speranza.

Il sindaco ha ricevuto una delegazione di professionisti dei servizi alla persona, ai quali ha elencato le misure per ripartire in sicurezza. "L'11 maggio firmerò l'ordinanza solo in presenza di certe condizioni: l'indice di contagiosità deve essere sotto i 0,5 e il professionista deve essere dotato di tutti i dispositivi di protezione - spiega all'ANSA Succu - Oltre alle mascherine e i guanti devono avere visiere e termoscanner e ci sono obblighi anche da parte dei clienti, che dovranno presentare un'autocertificazione sia sulla provenienza che sull'esposizione al contatto.Obbligatoria la distanza di due metri tra una cliente e l'altra e la sanificazione di tutte le postazioni dopo ogni trattamento".

Le misure indicate avranno costi aggiuntivi per i professionisti, già in difficoltà. "Per questo abbiamo stanziato 160mila euro e stiamo cercando di predisporre un bando perché le aziende inizino a beneficiarne - sottolinea il sindaco - Siamo consapevoli che la cifra non è sufficiente, ma speriamo che lo Stato ci dia la possibilità di avere altre risorse, perché qui l'economia è in ginocchio".

"Siamo soddisfatti per la possibilità di aprire l'11 maggio - ha dichiarato la parrucchiera Loredana Ligas, che aveva avviato la mobilitazione - ma tutte le misure di sicurezza sanitaria graveranno su di noi, visto che la cifra stanziata dal Comune non basterà per tutti e noi siamo allo stremo dopo due mesi senza lavorare. Speriamo davvero che lo Stato ci venga in soccorso, altrimenti per noi sarà dura far fronte ai costi".

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