Sardegna

Sos diabetici, centinaia di visite cancellate

Appello a Nieddu, "si attivi subito la tele assistenza"

Diabete: controllo glicemia

Redazione Ansa

L’emergenza Coronavirus cancella centinaia di visite ai malati di diabete mellito della Sardegna. Programmati da tempo, i controlli periodici ai diabetici sardi sono stati rinviati a causa del decreto che impone il distanziamento sociale e, di conseguenza, la “chiusura” delle sale d’attesa delle diabetologie. Ma la soluzione c’è e si chiama “tele visita”. Allarme e proposta sono stati lanciati dalle Società scientifiche di riferimento della diabetologia – AMD (Associazione Medici Diabetologi), SID (Società Italiana di Diabetologia) e SIE (Società Italiana di Endocrinologia) – che, in una lettera indirizzata anche all’assessore regionale alla sanità, Mario Nieddu, chiedono che venga “urgentemente autorizzata per tutti i Servizi di diabetologia presenti in Sardegna, la teleassistenza a favore delle persone con diabete”.

Nel mondo il diabete mellito colpisce 425 milioni di persone, in Italia 4 milioni in Italia e in Sardegna ben 114.000. Quindi, 6 sardi su 100 soffrono di questa malattia con una prevalenza che arriva al 6,4% e con la maggiore incidenza in Italia per il Tipo 1, e tra le più alte del mondo. Tra le aree geografiche, 37.558 casi sono registrati a Cagliari, 21.466 a Sassari e 11.374 a Oristano.

“La gran parte dei nostri pazienti sono in quella fascia di età più esposta e con più patologie associate al Coronavirus – affermano Gianfranco Madau e Maria Antonietta Fois, rispettivamente presidenti regionali dell’Associazione Medici Diabetologi e della Società Italiana di Diabetologia - infatti, il Report sulle caratteristiche dei pazienti deceduti positivi a COVID-19 in Italia, sui dati aggiornati al 17 marzo 2020, pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità, pone il diabete mellito come seconda patologia osservata per frequenza nei pazienti deceduti (35.5%). L’associazione di più patologie preesistenti, tipica dei casi delle persone con diabete, fa impennare la possibilità di esito fatale dell’infezione”.
   

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