Sardegna

Foibe: Solinas-Pais, tragedia nascosta per troppo tempo

Governatore, commosso ricordo e omaggio per le vittime

Redazione Ansa

"Mi unisco al commosso ricordo e omaggio delle tante vittime, almeno 140 delle quali sarde, dell'orrore delle foibe, di cui oggi tutta Italia fa memoria nella ferma e unanime condanna di quella pagina così drammatica e disumana, come di tutte le altre forme di barbarie contro il genere umano". Lo dice il governatore della Sardegna Christian Solinas, in occasione del Giorno del Ricordo.

"Di quell'eccidio sentiamo il dovere di proseguire il ricordo e di tramandarlo alle giovani generazioni, perché sia un monito perenne per prevenire e condannare la violenza e per contribuire alla costruzione di un mondo di pace - aggiunge - Anche la Sardegna pagò un prezzo altissimo alla furia omicida; furono uccisi operai, minatori, militari, in un massacro nascosto di cui solo recentemente il mondo ha potuto valutare la portata".

PAIS, TRAGEDIA DIMENTICATA PER TROPPI ANNI - "Solo la paziente e coraggiosa opera di ricerca storiografica ha fatto piena luce sulla tragedia delle foibe e sul successivo esodo, restituendo questa pagina strappata alla storia e all'identità della nazione". Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Michele Pais, in occasione del Giorno del Ricordo celebrato a Fertilia dal Vescovo della Diocesi di Alghero-Bosa, Mons. Mauro Maria Morfino. "La guerra fredda con le sue durissime contrapposizioni - ha spiegato - fece cadere una ingiustificabile cortina di silenzio sugli orrori commessi contro gli italiani istriani, dalmati e fiumani, aumentando le sofferenze degli esuli, cui veniva così precluso perfino il conforto della memoria".

Il presidente dell'Assemblea ha ricordato che "tanti innocenti, colpevoli solo di essere italiani, conclusero tragicamente la loro esistenza nei durissimi campi di detenzione, uccisi in esecuzioni sommarie e gettati vivi nelle profondità delle foibe". Ma, ha concluso, "la tragedia delle popolazioni italiane non si esaurì in quei barbari eccidi: l'aggressività del regime comunista costrinse migliaia di italiani ad abbandonare le proprie case e le proprie terre, mentre nello Stivale una certa propaganda legata al partito comunista dipingeva gli esuli come traditori, come una massa indistinta di fascisti in fuga".
   

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