Sardegna

Vola export sardo in Usa,35mln in 6 mesi

Confartigianato a Governo, contromisure contro i dazi

Redazione Ansa

 Per le imprese agroalimentari della Sardegna, il mercato americano vale, nel primo semestre 2019, ben 35milioni di euro. al primo posto tra i primi 10 mercati di riferimento per l'export di prodotti alimentari made nell'Isola. Il 92% delle esportazioni è composto da prodotti lattiero-caseari (quasi 33milioni di euro), il 5% da prodotti da forno (quasi 2 milioni) mentre il restante è suddiviso tra pesci e crostacei, frutta e ortaggi lavorati e conservati e altri prodotti alimentari. I dati sono stati diffusi da Confartigianato Sardegna che, insieme ai vertici nazionali dell'organizzazione, sollecita dal Governo "forti contromisure per sostenere le aziende dell'agroalimentare contro i dazi Usa".

L'Isola è in decima posizione, tra tutte le regioni italiane, per valore dell'export di beni alimentari verso il mercato americano, 67 milioni di euro (ultimi 12 mesi, III trim.2018-II trim.2019), esportando il 3,1% del Food made in Italy destinato agli Stati Uniti e l'11,5% di tutti i manufatti sardi. Nei primi sei mesi dell'anno la domanda statunitense di prodotti agroalimentari della regione registra una variazione tendenziale positiva del +3,8%, di segno opposto a quella registrata un anno prima (-21,0%).

L'export verso il mercato statunitense dei prodotti lattiero caseari della Sardegna verso gli USA, raggiunge negli ultimi 12 mesi valore di 62 milioni di euro, il più alto dopo quello registrato in Emilia-Romagna e in Lombardia e pari al 70% del valore complessivo delle vendite di questi prodotti in tutto il Mondo. Inoltre il territorio sardo figura 1/o per grado di esposizione nel settore lattiero caseario sul mercato statunitense.

"In ogni caso la Sardegna dovrà andare avanti anche con i dazi americani - dice Antonio Matzutzi, Presidente di Confartigianato Sardegna - la situazione influirà non poco ma crediamo che ciò che verrà a crearsi spingerà le imprese a puntare su innovazione, qualità e formazione ma soprattutto le costringerà a trovare nuove vie commerciali, come quelle dell'est o dell'Oriente".
   

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