Sardegna

Coldiretti, miglio 0 per la pesca

Manca, siamo al capolinea. Urgente programmazione per futuro

Redazione Ansa

Il settore della pesca in Sardegna sta vivendo una "situazione molto critica perché manca una cabina di regia e scelte di indirizzo". Non solo. Occorre "ripristinare le condizioni di legalità, coordinando i controlli" e puntare sulla tracciabilità e sul consumo "a miglio zero", quindi prodotti stagionali e legati alla territorialità del mare. L'allarme è stato lanciato dal responsabile di Coldiretti Impresa Pesca Sardegna, Mauro Manca, che ha presentato il progetto sulla sostenibilità e certificazione della pesca.
    "Siamo convinti che il consumatore sia sempre più attento a queste tematiche e Coldiretti, che ha offerto agli italiani di riappropriarsi del concetto di km 0 che ha portato a valorizzare le produzioni, vuole puntare sulla pesca che è forse l'ultimo dei prodotti che sta arrivando molto lentamente a questa riconoscibilità che garantisce la qualità - ha osservato Manca - nell'Isola importiamo oltre l'80% dei prodotti ittici che mangiamo e pochi consumatori sono consci di questo". La tracciabilità c'è, "ma oggi - ha spiegato - il ristoratore è equiparato al consumatore finale per cui non è obbligatorio sapere da che cosa è composto quel piatto: tutto sta alla buona fede del ristoratore e le garanzie sono poche".
    Per questo motivo l'organizzazione sta cercando di avvicinare i pescatori ai consumatori: da un lato sensibilizzando i primi alla tutela dell'ambiente - ad esempio con l'utilizzo di confezioni e cassette per i pesci con materiali compostabili - e dall'altro puntando per i consumatori sul pesce stagionale. "La battaglia si deve spostare sulla questione culturale: il pescatore in Sardegna è povero, il settore rappresenta meno dell'1% del Pil e l'unico alleato sul quale può contare è il consumatore".
    Infine la governance: "la struttura regionale che sovraintende la pesca è fatta in modo inadeguato, manca una direzione generale e gli uffici riescono a malapena a gestire le emergenza e questo impedisce una visione a lungo termine - ha concluso - manca anche la raccolta di dati: il settore, composto da 1300 barche delle quali 1100 per la piccola pesca, si sta impoverendo e nessuno sta capendo che stiamo arrivando al capolinea".

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