(ANSA) - CASTELSARDO (SASSARI), 24 AGO - Il Maestro di
Castelsardo, considerato una delle più autorevoli espressioni
del Rinascimento sardo, era anche uno scultore. La clamorosa
novità è stata svelata nella cattedrale del borgo medievale in
occasione della presentazione di "Il retablo perduto", inedita
opera letteraria curata da don Francesco Tamponi, direttore
dell'ufficio Beni culturali e Commissione per l'Arte sacra della
Diocesi di Tempio-Ampurias, per i tipi di Susil Edizioni di
Carbonia.
Indagando, si è così scoperto che la bottega artistica del
Maestro produceva anche statue in legno, come quella di
Sant'Antonio Abate - cui peraltro è intitolata la cattedrale
castellanese - che dal Settecento si trovava in sacrestia,
separata dal resto di quel retablo di cui ormai non resta che un
quinto. La statua era in realtà al centro della composizione che
per più di un secolo, tra la fine del Quattrocento e la fine del
Cinquecento, stava al centro dell'altare, finché non venne
smontato in epoca post conciliare per volontà del francescano
Juan Sanna Porcu. Dopo le ricerche di archivio che avevano già
portato don Tamponi sulla strada giusta, consentendogli
attraverso la ricostruzione delle diverse fasi della
realizzazione della cattedrale di Castelsardo di riportare alla
luce la storia di quello che probabilmente è il più grande
retablo in Sardegna, ora c'è anche la prova scientifica.
"È stata un'impresa realizzata dai professori Francesco
Delogu, Carlo Ricci e Maria Laura Sanna dell'Università di
Cagliari - spiega all'ANSA Tamponi - hanno documentato che i
pigmenti della statua e il resto del retablo risalgono allo
stesso periodo". Questa tesi, già convalidata da Claudio
Strinati, massimo esperto del Rinascimento romano e fiorentino,
apre le porte a nuove ricerche per individuare altre sculture
riferibili alla stessa bottega.
(ANSA).
Maestro Castelsardo era anche scultore
La scoperta della diocesi di Tempio-Ampurias