Sardegna

Paolo Rossi, "ricomincio da Omero"

L'artista inaugura tra ironia e mito La Notte dei Poeti a Nora

Redazione Ansa

di Maria Grazia Marilotti

"Omero è in assoluto il primo cantastorie". Lo dice all'ANSA Paolo Rossi, che venerdì 12 luglio, alle 20, al Teatro Romano di Nora (nel Comune di Pula, a 30 km da Cagliari) inaugura il 37/o Festival La Notte dei Poeti organizzato dal Cedac. L'istrionico artista sarà in scena con "La maga Circe (canto X)" dall'Odissea di Omero e con un'inedita "Jannacceide", personale omaggio al grande cantautore milanese. Un viaggio nel mito con l'enfant terrible del teatro italiano, protagonista di uno dei più emblematici capitoli del progetto "Odissea - un racconto mediterraneo" di Sergio Maifredi per il Teatro Pubblico Ligure.

"Ci sono dei momenti storici in cui conviene ripassare gli 'avi' in senso professionale - spiega Rossi - in questo periodo sono immerso nel mondo degli antichi greci, da Euripide a Aristofane, e penso che tutto sia iniziato da lì: se uno conosce Omero, Shakespeare e la Bibbia è a posto, poi è solo questione di reinventare". Lo spettacolo è un'occasione per riscoprire una delle opere fondamentali della cultura occidentale nell'interpretazione dell'attore dalla spiccata e travolgente vis comica, capace di spaziare dai classici al più scanzonato cabaret tra umorismo e satira.

Nella sua versione del poema non mancano sorprendenti analogie e legami con l'attualità: "l'Odissea è come una tournée, possono capitare fatti inattesi e imprevisti e si incontrano un sacco di persone - sottolinea l'attore - Ulisse incontra Nausicaa, la maga Circe e Calipso, poi a Itaca ad attenderlo c'è Penelope, una donna strana, di giorno intrattiene i Proci e tesse la tela, la notte la disfa, non dorme mai".

Sulle tracce della commedia dell'arte e di Molière, facendo sua "la lezione dei maestri Dario Fo, Carlo Cecchi e Giorgio Strehler nonché Jannacci e Gaber", Paolo Rossi gioca sull'improvvisazione con la sua cifra inconfondibile e sorniona, spesso provocatoria e irridente. "Come diceva Fo, in teatro rubare è geniale a volte, copiare è da stupidi", conclude l'attore. (
   

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