Sardegna

Aumenta gap Sardegna-aree dinamiche Ue

Presentato 26/o rapporto Crenos, ma più occupati e bene turismo

Redazione Ansa

Aumenta la distanza tra la Sardegna e le aree europee più dinamiche e leader dal punto vista economico: l'isola è 214/a nella classifica delle regioni e nell'ultimo quinquennio perde quattro punti percentuali di Pil. Segnali incoraggianti, però, dal mondo del lavoro: nel 2018 aumenta di 20mila unità il numero degli occupati (a trainare sono soprattutto alberghi e commercio) e il tasso di occupazione arriva al 40,1%. E si tratta di un dato che colloca la Sardegna tra le regioni con l'aumento più forte (3,8% contro il +1,1% del Mezzogiorno).

Tre quarti dei nuovi lavoratori sono donne. C'è anche qualche ombra: l'84% dei nuovi occupati ha contratti a tempo determinato mentre sono ferme le assunzioni a tempo indeterminato. La disoccupazione è in calo per il quarto anno consecutivo: nel 2018 è al 15,4%, l'anno precedente era al 17%. Sono i principali dati del 26/o rapporto del Crenos sull'economia della Sardegna, presentato questa mattina nell'aula A della facoltà di scienze economiche, giuridiche e politiche di Cagliari. "La Sardegna ha ripreso, ma con fatica - sintetizza la direttrice del Crenos Emanuela Marroccu - con più difficoltà di quanto accade nel resto del Paese. Ma il resto d'Italia cresce meno rispetto al resto d'Europa. Ci sono anche segnali incoraggianti. Ad esempio un aumento della percentuale dei laureati.

Lontani dall'obiettivo europeo, ma ci stiamo avvicinando. Crescono bene servizi e turismo, facciamo fatica su industria (con qualche eccezione) e agroalimentare". Il report conferma l'aumento dei consumi delle famiglie iniziato nel 2015: la spesa per abitante nel 2017 è pari a 13.407 euro, in crescita dell'1,2%. Ancora in fase di crisi e difficoltà il dato sugli investimenti. Le imprese attive in Sardegna sono in aumento di 348 unità e nel 2018 sono diventate 143.299. Bene l'agricoltura, mente l'industria rimane ancora sottodimensionata. In crescita però l'export con un valore di 5,74 miliardi con un buon 7% in più rispetto al 2017.

Numeri che, però, devono considerare anche l'aumento del petrolio. In calo, invece, l'export lattiero caseario (-23%). Mente aumenta del 23% l'esportazione di armi e munizioni. Per la prima volta dal 2013 si registra una lieve riduzione della spesa sanitaria grazie soprattutto al settore farmaci e alla spesa per prestazioni da privato. Se si incrociano però questi dati con i numeri relativi ai livelli essenziali di assistenza emerge una gestione complessivamente inefficiente delle risorse: non si raggiunge il livello di adempienza richiesto dagli standard nazionali.

Bene la raccolta dei rifiuti, luci e ombre sui trasporti con livelli di soddisfazione sull'extraurbano inferiori a quelli delle altre regioni. Crescono i laureati, ma preoccupa ancora l'abbandono scolastico. Bene il turismo, soprattutto con gli stranieri. Germania, Francia, Svizzera e Regno Unito confermano il loro gradimento. In netto aumento russi, inglesi, svedesi. L'82% dei turisti sceglie la Sardegna tra giugno e settembre.

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