Sardegna

Brio e leggerezza con Rossini-Donizetti

Sul palco di Cagliari pezzi di storia delle moto Benelli

Redazione Ansa

Il Teatro Lirico di Cagliari punta sulla leggerezza con il felice accostamento di due giocosi "atti unici". Per il terzo appuntamento con la Stagione lirica ripropone il genere della farsa musicale riunendo in un dittico, per la regia "a quattro mani" di Francesco Calcagnini e Davide Riboli, "La cambiale di matrimonio", felice esordio operistico di un Rossini 18enne, e "Il campanello" di un Donizetti già affermato. Incipit con brio con "La cambiale di matrimonio" che fin dal titolo allude al tema centrale e scottante, del legame nuziale come "negozio". Con spunti di critica sociale e la sottile denuncia della condizione femminile. La storia ruota attorno alla decisione di un padre di dare in sposa la figlia attraverso una semplice transazione commerciale, in virtù delle vantaggiose condizioni offerte dal suo corrispondente americano, che in una curiosa lettera l'aveva pregato di cercargli una moglie confacente. Pur con le migliori intenzioni il genitore trascura di interrogare la fanciulla sui suoi sentimenti, ignaro della liaison sbocciata sotto il suo stesso tetto tra la figlia e un onesto giovine di pochi mezzi.
    La "cambiale" giunge come un fulmine a ciel sereno a sconvolgere i piani di Fanny e del suo innamorato che cercheranno in ogni modo di scoraggiare il pretendente, proveniente da un paese più "selvaggio" e meno cerimonioso ma, dove s'intuisce, le donne godono di maggiore libertà. La musica del pesarese mette in risalto i desideri e gli impulsi contrastanti, nello scenario inconsueto di un salone e l'esposizione di motociclette Benelli, metafora perfetta dell'idea della donna come "merce" in vendita. Con un fondale in cui si alternano parole e illustrazioni evocative.
    Ritmo e toni da pochade per "Il campanello" di Donizetti. La prima notte di nozze si trasforma in incubo per il novello sposo, un ricco speziale, tra continue interruzioni e "chiamate" del perfido strumento, dopo l'assolo nella brillante ouverture, a causa della beffa architettata da un rivale.

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