Sardegna

Bruxelles premia microcredito Sardegna

7.400 nuovi occupati e circa 4.000 progetti finanziati dal 2009

Redazione Ansa

C'è uno strumento finanziario della Regione Sardegna che l'European Microfinance Network, organizzazione no-profit con sede a Bruxelles, ha riconosciuto come buona pratica a livello internazionale. Si tratta del Fondo Microcredito che una delibera della Giunta Pigliaru ha deciso di incrementare con ulteriori 16 milioni di euro: quattro per il bando pubblicato a gennaio e chiuso a giugno e già finanziato con 6 milioni, così da soddisfare tutte le richieste tra le 800 pervenute, istruite positivamente; gli altri 12 per un ulteriore avviso che sarà pubblicato entro dicembre e rivolto anche a chi, pur avendo un'occupazione, ha un'idea di impresa ma non è "bancabile" e necessita quindi di un sostegno per iniziare.
    La delibera è stata illustrata oggi dall'assessora al Lavoro, Virginia Mura. "Siamo felici del riconoscimento di Bruxelles ma soprattutto perchè stiamo finanziando iniziative che, oltre a reggere nel tempo, danno la possibilità di portare avanti imprese e di allargare la base occupazionale", ha spiegato. Ogni operazione di microcredito genera infatti 2,43 posti di lavoro (l'imprenditore, una persona full time e una terza part time).
    Ciò significa che il microcredito in Sardegna ha generato 7.400 nuovi occupati da quando esiste. Istituito nel 2009 dalla Giunta Cappellacci (Fi), lo strumento nasce come misura a sostegno dell'avvio di impresa con prestiti da 5 a 25mila euro a tasso di interesse nullo. Complessivamente il fondo ha raggiunto una dotazione di 78,5 mln e ha erogato 93 milioni (il provvedimento mette infatti a correre gli importi restituiti dai beneficiari).
    Dal primo bando del 2010 all'ultimo chiuso nel giugno scorso, il Fondo microcredito gestito dalla Sfirs ha finanziato nell'Isola 3.921 progetti, il 49% presentati da donne. In tutto le domande presentate sono state 12.300. Sinora 822 imprese hanno restituito il prestito, 2.400 lo devono ancora fare, mentre le revoche sono state 840 (metà per cessazione dell'attività, metà per sofferenza delle aziende ancora in vita). In generale i settori sui quali preferiscono investire gli imprenditori sono quelli del turismo, della ristorazione e del commercio.

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