Sardegna

Spirito e gioco, è il Cagliari di Maran

Da Firenze conferme positive oltre al solito Pavoletti

L'allenatore del Cagliari Rolando Maran

Redazione Ansa

Un pareggio in qualche modo 'storico', visto che a Firenze i rossoblù in passato hanno preso punti o quando c'era da vincere uno scudetto o quando la situazione in classifica era disperata. E che i viola al Franchi quest'anno avevano sempre preso tutto quello che c'era da prendere. Un punto che fa bene alla classifica, con l'Empoli a distanza di sicurezza a quattro lunghezze. E che risistema Pavoletti nel podio degli attaccanti italiani che segnano dietro gli azzurri Insigne e Immobile. Nazionale? Il bomber di Livorno ci spera sempre. Ma ieri per lui è stato un gol un po' atipico: la sua conclusione finale è arrivata da un cross basso girato in porta di piede. Al termine - e questo è probabilmente il segnale che più rassicura Maran - di una bella azione corale, partita da Joao Pedro che ha saltato l'uomo. E rifinita da Faragò, bravo nella sovrapposizione e intelligente nel mettere la palla bassa al centro senza farsi tentare dal classico cross per la testa di Pavoletti.
    Ma del Cagliari è piaciuto soprattutto lo spirito: battaglia sì, ma anche buona propensione al palleggio e alla costruzione.
    Nel primo tempo la squadra di Maran ha meritato lo zero a zero soprattutto intasando il centrocampo e limitando al massimo il gioco degli inserimenti da dietro che in questo inizio di campionato sembra la caratteristica più pericolosa della Fiorentina.
    All'inizio del secondo tempo, però, il Cagliari si è un po' adagiato e ha aspettato gli avversari dieci metri più indietro.
    E, come al solito, ha pagato. Un momento di stanchezza forse più psicologica che fisica. Tanto è vero che i rossoblu sono ripartiti, dopo il gol, con il piglio e le energie di una squadra fresca e lucida. La logica conseguenza è stata il gol del pari. Con una chance anche per passare clamorosamente in vantaggio: bella la parata di Lafont, ma prefetto anche l'assist di un Castro che dietro le punte sembra aver trovato la sua giusta collocazione dopo le prime partite troppo attaccato alla linea del fallo laterale.

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