Sardegna

Centrosinistra difende legge su porcetto

Lotto (Pd), allevamento familiare e vendita non messi in crisi

Redazione Ansa

"Nessuno dovrà smettere di allevare maialetti per la vendita o il consumo familiare". È il messaggio lanciato dal centrosinistra in risposta alle polemiche nate dopo l'approvazione della legge regionale sul comparto suinicolo. Il chiarimento è stato fornito dal presidente della commissione Attività produttive Luigi Lotto (Pd). "Una legge importante - ha detto - per rilanciare il settore, non per punire gli allevatori".
    Gli obiettivi - davanti all'assessore regionale dell'agricoltura Pierluigi Caria - sono stati ribaditi in quattro punti: lotta alla peste suina, rilancio degli allevamenti, avvio di un programma di formazione e professionalizzazione degli operatori, valorizzare i prodotti e il suino di razza sarda. "In buona sostanza - ha spiegato - le previsioni per il futuro dicono che non cambierà nulla per i circa sedicimila allevamenti in Sardegna. Questo perché il grosso del settore è rappresentato dai 15mila che hanno scelto di registrarsi come attività con riproduttori. Mentre 314 hanno optato - secondo lo schema illustrato dal Pd - allevamenti fino a un massimo di quattro capi e senza riproduttori. Altri 429 hanno preferito la "riproduzione a ciclo aperto", allevamenti con suini riproduttori. "Se è necessario - ha aggiunto Lotto - siamo comunque pronti a modificare qualcosa, ma il senso della legge è molto chiaro. Potremmo specificare questo punto. Non possiamo obbligare nessuno alla vendita, ma creiamo i presupposti perché possano vendere".
    Questi dettagli potrebbero essere inseriti nelle direttive di attuazione. "I 314 allevatori - ha ribadito l'assessore Caria - sono già per loro scelta nel limite ribadito dalla legge. Non c'è nessuno cambiamento rispetto al passato. La legge si inserisce nel quadro di una lotta alla peste suina per aggredire il mercato interno di 500 milioni: solo un terzo è nostro. Non solo: noi vogliamo arrivare ad esportare i nostri prodotti".
    "Mai contro la tradizione - ha detto Gianfranco Congiu (PdS) - non vedo bene un ritorno in commissione, si può essere stringenti con le delibere di attuazione: la legge è chiara, consente di valorizzare il lavoro di chi opera con qualità e sicurezza".

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