Sardegna

Alghero, fiaccole a un anno rogo palazzo

Vescovo Morfino, diritto alla casa non è un capriccio

Redazione Ansa

"Chi può fare, deve, è sua responsabilità, non ci sono deleghe". È il monito che il vescovo di Alghero-Bosa, Mauro Maria Morfino, lancia a un anno esatto dal rogo che nella notte tra il 18 e il 19 luglio dello scorso anno distrusse un palazzo tra via Vittorio Emanuele, via Barraccu, via Mazzini e via Botticelli, all'ingresso di Alghero. Lo stabile a quattro torri, che al pian terreno ospitava il centro commerciale Risparmio Casa, andò a fuoco. Oltre 150 persone vennero evacuate. Dopo 12 mesi la situazione è la stessa: la vicenda giudiziaria va a rilento, la ristrutturazione partirà, forse, nel 2019.

Ieri sera i proprietari delle abitazioni, che nel frattempo hanno trovato ospitalità dai familiari o hanno preso casa in affitto, hanno ricordato quell'evento. Si sono uniti in preghiera nella chiesa del Rosario, e dopo la messa hanno raggiunto in processione il piazzale interdetto di fronte a quello scempio che disturba la vista e la quiete di chiunque entri in città. "Non spetta a nessuno di noi dire perché e per come dopo 365 giorni siamo ancora al punto di partenza - dice il vescovo - ma se qualcuno ha la possibilità di fare qualcosa, occorre appellarsi alla sua responsabilità".

Per Morfino, "il diritto alla propria casa non è un capriccio, tanto meno per chi sta pagando un affitto per stare altrove, e magari paga ancora un mutuo per questa abitazione: queste persone meritano una risposta". Tra lacrime, rabbia e tristezza, i residenti hanno pregato insieme, per darsi forza. "Il 18 luglio di un anno fa le nostre famiglie hanno perso il luogo più caro per i loro affetti - ricordano - guardare il palazzo ancora così fa scaturire tanti interrogativi". Il primo. Quell'incendio poteva essere evitato?". E ancora.

"Perché dopo un anno niente è cambiato?". "Forse non troveremo mai la risposta", dice il testo della preghiera letta da uno di loro, a nome di tutti. Le fiaccole illuminano la facciata del palazzo, loro si rivolgono al Signore: "Continua a starci vicino, fai che possiamo riabitare le nostre case, unici luoghi che danno serenità alle famiglie".
   

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