Sardegna

Comunali: sempre meno candidati

Deiana (Anci), sindaci soli e con poche risorse. Dov'è lo Stato?

Redazione Ansa

In sedici Comuni è stata presentata una lista sola, in cinque - Austis, Magomadas, Ortueri, Putifigari e Sarule - nemmeno una: nel primo caso, per avere elezioni valide sarà necessario ottenere il 50% più uno dei voti, nel secondo le elezioni non si terranno proprio. In generale, la difficoltà a chiudere le liste è conclamata in tutti i 43 centri della Sardegna chiamati il 10 giugno prossimo a rinnovare Consigli comunali e sindaci. E' un caso? No davvero.

"Già nel 2015, in occasione di una tornata più importante, nel 40% dei Comuni gli elettori si ritrovarono a votare per una sola lista - ricorda all'ANSA il presidente dell'Anci e sindaco di Bortigiadas, Emiliano Deiana - nel 2018, comprendendo i cinque centri in cui non si andrà a votare, siamo quasi al 50%" .C'è quindi un problema. Cosa scoraggia i potenziali candidati a scendere in campo? Innanzitutto, spiega Deiana, "i Comuni sono spesso bloccati dalla mancanza di risorse e dalla eccessiva burocratizzazione, questa difficoltà nell'amministrare è percepita dall'opinione pubblica".

In secondo luogo, "amministrare viene avvertito come rischioso per due ordini di motivi: intanto per il pericolo attentati, ma anche perché in caso di alluvioni il sindaco rischia di essere perseguito per il fatto che ricopre il ruolo di autorità della Protezione civile, ma con pochissimi strumenti per assumersi una tale responsabilità". Ci sono poi altre considerazioni che secondo il presidente dell'Anci sono fondamentali. "Alla base della difficoltà a completare le liste - argomenta - ci sono anche gli effetti dello spopolamento: l'innalzamento dell'età e una generazione, quella tra i 25 e i 35 anni, che ormai non c'è più nei piccoli comuni".

E poi, "la crisi economica ha prodotto anche una crisi di rappresentanza: quando la gente sta peggio, ha meno voglia di occuparsi del prossimo perché già concentrata su se stessa. Ormai nei paesi non c'è più una sezione di partito aperta". Soluzioni? "Cambiare rotta rispetto al continuo ritrarsi dello Stato dai luoghi, ribaltare le politiche dei tagli e ascoltare le istanze che arrivano dalle comunità", questa la ricetta di Deiana.

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