Sardegna

A Isabella Vandelle la piazza di Loiri

Uccisa dal marito nel 2005, il paese non la dimentica

Redazione Ansa

Il ricordo di Isabelle Vanbelle resterà indelebile a Loiri Porto San Paolo, il paese dove abitava col marito e il figlioletto e dove è morta, vittima di femminicidio, nel 2005: la Commissione regionale pari opportunità, in collaborazione con il Comune, ha intitolato la piazza antistante il Municipio alla giovane belga. Cerimonia alla presenza del sindaco Francesco Lai, dell'assessora ai Servizi Sociali, Juliette Gelsomino, delle componenti della Commissione, Lidia Fancello, Irene Casalloni e Rina Pileri e del Prefetto di Sassari Giuseppe Marani.

E' la terza iniziativa del genere in Sardegna voluta dalle Pari opportunità: prima l'intitolazione della sede della Commissione regionale, a Cagliari, a Dina Dore, la giovane mamma di Gavoi uccisa su mandato del marito, poi l'apposizione di una targa nel parco giochi di Tortolì dedicata a Carlotta e Daniela, le due sorelline di 7 e 9 anni uccise dal proprio padre. Ora la piazza a Isabelle. "E' un progetto che vuole sensibilizzare le comunità verso il fenomeno della violenza di genere - spiega Lidia Fancello - La Commissione vuole uscire dal palazzo e stare in trincea, nei territori e accanto ai centri anti violenza.

Isabelle Vanbelle era una giovane donna la cui unica colpa è stata quella di chiedere la separazione. A questo il marito ha risposto con un'arma, uccidendola e privando della mamma un bimbo piccolo. Adesso credo che la comunità di Loiri possa risarcire quel bimbo che oggi ha 20 anni, condannato da un atto disumano". Presenti alla cerimonia una delegazione di colleghe di Isabelle che lavorava nel call center di Meridinana a Olbia. Non ha potuto presenziare invece il figlio, che vive in Spagna.

"Quella tragedia aveva scosso profondamente la comunità - ricorda il sindaco Lai - Abbiamo deciso di sposare subito l'idea Commissione perché la memoria di tragedie come questa serva ad evitare il ripetersi di fatti simili". "Spero che segnali come questo aiutino a fermare i femminicidi, i maltrattamenti e le violenze sulle - auspica l'assessora Gelsomino - Ci dovrebbe essere un cambio di passo culturale partendo dall'educazione dei bambini".

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