Sardegna

Turismo enogastronomico, rete di imprese

Percorsi del vino, fattorie per bambini e un tour 'adrenalinico'

Redazione Ansa

di Stefano Ambu

Si può sperimentare già da oggi, ma il primo vero test sarà a Pasqua. Un percorso del vino, del formaggio e della buona tavola a qualche chilometro dalla città e dal mare, nelle campagne a poche decine di minuti da Cagliari. Per le famiglie anche un percorso sensoriale di degustazione, una passeggiata alla chiesa campestre, il picnic, la visita ai vigneti e la fattoria didattica per i bambini. Chi ama l'arte e le scelte più raffinate può puntare sul Pink tour per immergersi nel rosato del vino e nel rosa dei fenicotteri.

Ma c'è anche un'opzione per chi vuol volare giù da un aereo con il paracadute, per poi rifocillarsi con un piatto di malloreddus e un bicchiere di vino: per chi ama le emozioni forti c'è l'Adrenalic tour. Tecnicamente si chiama club del prodotto: è una rete di imprese e un progetto che coinvolge Sardegna Ricerche, Unione dei comuni del Parteolla e Basso Campidano e Regione. C'è già un nome: Tasty. In campo ci sono 22 imprese: cantine, caseifici, oleifici, aziende e tenute agricole, ristoranti, agriturismo.

Obiettivo: la produzione deve diventare destinazione. Le imprese hanno già una loro rete commerciale che a volte arriva anche in Giappone e negli Stati Uniti. Ma qui si tratta di attirare i turisti in un viaggio che conquisti soprattutto il palato e la vista dei bei paesaggi. I risultati si stanno già vedendo: diverse aziende hanno attrezzato aree di degustazione e show room. Sono già sul piatto itinerari e offerte di soggiorno. Hanno aderito Barrali, Donori, Dolianova, Serdiana, Serdiana, Settimo San Pietro e Soleminis.

"All'inizio eravamo in cinque - ha detto la presidente della rete di imprese Valentina Argiolas, delle Cantine Argiolas (c'erano con lei anche Fausto Piga, presidente Unione comuni del territorio, Massimo Feruzzi, Jfc srl e l'assessore regionale della Programmazione Raffaele Paci) -. Ci chiedevamo sempre: ma cosa manca a questo territorio per attirare anche turisti? La risposta ce la siamo data: mancava il collante". Le Cantine Argiolas, da sole con visite e degustazione, partono da numeri come ottomila presenze all'anno.

Ma la speranza è che l'aggregazione faccia rima con moltiplicazione. Dei turisti. È quindi anche degli affari. "Ho constatato personalmente che si sentiva nel territorio l'esigenza di unire le forze - ha detto l'assessore Paci - ora ci siamo. Poi magari sono auspicabili anche collaborazioni con altri progetti e altri territori". Il primo passo è fatto. Ma l'idea è quella di investire ancora sul progetto puntando su promozione nazionale e internazionale. Perché, soprattutto dall'estero, sono molte le richieste di vacanze alternative da trascorrere tra vigneti, raccolte di fagiolini e mungitura di pecore.

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