Sardegna

Giunta impugna Finanziaria nazionale

Terzo ricorso su accantonamenti dopo quelli del 2016 e 2017

Redazione Ansa

Dopo quelle del 2016 e 2017, la Giunta regionale della Sardegna, guidata da Francesco Pigliaru, impugna anche la legge di stabilità nazionale del 2018. Il motivo è sempre lo stesso: la quota di accantonamenti che la Regione paga allo Stato come contributo al risanamento del debito pubblico nazionale, passata dai 684 milioni chiesti nel 2016, ai 781,7 nel 2017 fino agli 848,4 del 2018.

Complessivamente, dal 2012, la Regione ha già versato nelle casse dello Stato 3,3 miliardi di euro. "Non mettiamo in discussione il fatto che anche l'Isola debba versare gli accantonamenti - spiega l'assessore al Bilancio, Raffaele Paci - ma contestiamo l'importo eccessivo, la durata illimitata, e gli aumenti imposti negli anni". D'altra parte, precisa, "la Corte Costituzionale ha sostenuto chiaramente che gli importi del contributo devono essere frutto di un accordo bilaterale fra Stato e Regione e non di una imposizione, come invece di fatto è successo". Ecco perché, aggiunge, "noi continuiamo a pagare la stessa cifra dal 2016, cioè 684 milioni. E non solo non abbiamo dato l'intesa agli aumenti per gli anni successivi e dunque non li abbiamo pagati, ma abbiamo chiesto al Governo che riduca fortemente quella cifra, dimostrando numeri alla mano che la Sardegna non può più sostenere un carico simile".

Nell'ambito della vertenza accantonamenti, nel 2017 la Regione ha incontrato i vertici del governo tre volte: a marzo il sottosegretario agli Affari regionali Gianclaudio Bressa, ad aprile la sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi e a novembre il premier Paolo Gentiloni, con il presidente della Regione Francesco Pigliaru. A questo punto la trattativa dovrebbe riprendere con il nuovo Governo.
   

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