Sardegna

'Massiccione', protesi non mi fermeranno

Lo scambio di bandiere in ospedale e il messaggio su Facebook

Redazione Ansa

"Ho avuto questo inconveniente tecnico. Mani e piedi ancora al loro posto in attesa di arrivare all'ospedale Umberto Parini di Aosta dove un'equipe di chirurghi vascolari mi attende. Onestamente devo dire che non sono preoccupato, ho tanta roba da fare e non sono uno che aspetta di solito. Se devono amputare che si faccia, non saranno quattro protesi il problema, ma chi se ne frega". Così su Facebook Roberto 'Massiccione' Zanda, l'ironman cagliaritano ricoverato nell'ospedale di Whitehorse, in Canada, dopo il congelamento di mani e piedi avvenuto mentre partecipava alla Yukon Artic Ultra, la maratona in solitaria sulla neve dove il termometro scende anche a -50 gradi.

"Purtroppo dopo 300 km è accaduto questo fatto - spiega - segnaletica o no, allucinazioni o no, ipotermia o no, spot o no spot, capanno o no, morale: sono vivo e vegeto e spero di trovare due bei piedi che mi permettano di continuare a fare questa bella vita fatta di sport e resilienza. Yukon scambiamoci le bandiere poi si vedrà".

L'atleta, come da lui stesso annunciato sul profilo Fb, nelle prossime ore dovrebbe lasciare il Canada per raggiungere la Valle d'Aosta. Si attende solo un ultimo consulto con gli specialisti, poi, insieme alla compagna Giovanna Caria, dovrebbe lasciare l'ospedale.

Massiccione sarà curato dal dottor Guido Giardini nell'ambulatorio di medicina di montagna dell'ospedale Parini ad Aosta. Si tratta dello stesso centro medico che si è occupato del caso dell'alpinista francese Elisabeth Revolt dopo l'incidente di Naga Parbat.
   

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