Sardegna

Insularità, ora legge costituzionale

Dopo elezioni al via raccolta 50mila firme in tutte le regioni

Redazione Ansa

Dopo lo stop dell'Ufficio regionale del referendum, il Comitato per l'Insularità rilancia. "Porteremo oltre Tirreno la questione dei diritti dei sardi - ha annunciato il presidente Roberto Frongia durante un incontro convocato per fare il punto sulle prossime azioni da mettere in campo - subito dopo le elezioni politiche partiremo con la raccolta delle firme sulla prima proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare mai presentata in Italia".

L'oggetto è lo stesso del quesito dichiarato illegittimo il 30 gennaio scorso: l'inserimento del principio di insularità in Costituzione. Cinquantamila firme da raccogliere nelle principali città italiane, in tutte le 21 regioni del Paese. "La battaglia non può può restare una rivendicazione sarda - ha spiegato Frongia - deve diventare una questione di diritti di cittadinanza che riguarda l'Italia intera". Quanto al quesito rigettato, "siamo pronti a presentare ricorso al Tar la prossima settimana, sicuri di vincerlo". Nel frattempo, "stiamo anche sollecitando l'ampio fronte trasversale che sostiene il referendum a licenziare una legge in Consiglio regionale che garantisca ai sardi il diritto di esprimersi a ottobre nella consultazione referendaria".

All'incontro c'era chi ha sostenuto la battaglia sinora. Per l'ordinario di diritto romano, Giovanni Lobrano: "insularità in Costituzione significa dare più forza alla nozione di Autonomia". La vicecapogruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda, ha sottolineato come "l'ufficio regionale del referendum abbia preso un abbaglio", mentre Luciano Uras, senatore progressista uscente, ha evidenziato l'esigenza di "recuperare pienezza del diritto di libera circolazione". D'altra parte, ha osservato l'ex assessora regionale alla Cultura, Maria Antonietta Mongiu, "nel momento in cui esiste una servitù di mobilità, la libera circolazione è sospesa". Pier Paolo Vargiu, deputato uscente dei Riformatori, ha insistito sulla necessità di "convincere tutta l'Italia del nostro gap". Per l'avvocata, Rita Dedola, "quello dell'Ufficio regionale del referendum è stato un atto di miopia giuridica, adesso dobbiamo alzare l'asticella".
   

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