Sardegna

Tree climber 'salva' Araucaria

Nuova vita per albero monumentale nel cuore di Cagliari

Redazione Ansa

di Maria Grazia Marilotti

E' passata indenne alle bombe su Cagliari del 1943. Tutto attorno erano macerie ma lei svettava con i suoi 38 metri di altezza. Con i suoi circa 150 anni di vita e la sua maestosità è l'Araucaria più alta di tutta la Sardegna. E ora questo albero monumentale che si erge da un cortile di un'abitazione nel quartiere di Villanova, a Cagliari, è finalmente in sicurezza. Da quando qualcuno si è amorevolmente preso cura di questo monumento naturale che ha origine in Oceania: un tree climber cagliaritano, Roberto Frau. Quella grande pianta che svetta dal quartiere storico non si presenta più alla vista malandato e un po' spelacchiato. E soprattutto è allontanata la paura di pericolose cadute di rami e pesanti pigne dagli 'ultimi piani'. Ora può tirare un sospiro di sollievo Bonaria Congiu, 89 anni, proprietaria del giardino che ospita questa pianta diventata monumentale. Di battaglie ne ha fatte tante Bonaria, per chiedere che l'albero fosse messo in sicurezza dopo che un fulmine otto anni fa lo aveva colpito su su in alto. Si era creata una breccia di 10 metri e si erano bruciati i rami che diventati secchi erano ogni giorno a rischio caduta. Per conto di una ditta a cui il Comune di Cagliari ha affidato l'appalto, Roberto Frau si è arrampicato con abilità e con le sue corde è arrivato dove le macchine e gli automezzi non potevano giungere. Si è mosso a serpentina tra i rigogliosi rami. Un intervento di alta professionalità. L'albero ora è salvo e lo si può ammirare in tutta la sua maestosità anche dal traghetto che attracca al porto di Cagliari. Tra Bonaria e Roberto intanto si è creata una forte amicizia, lei seduta sulla sua poltrona ha seguito i lavori del tree climber, lo ha visto salire fino al 'cielo' per potare ramo dopo ramo. Un mestiere preziosissimo che abbina due grandi passioni, la speleologia e la natura. Ce ne sono pochi tree climber in Sardegna. "È stata un'esperienza unica e affascinante ma anche un lavoro molto complicato, non tanto per l'altezza sicuramente importante, ma per la difficoltà di spostarsi da una parte all'altra dell'albero, per via dei rami molto fitti e intricati lunghi circa undici metri che impedivano il passaggio - racconta all'ANSA Roberto - allo stesso tempo il contatto così ravvicinato con la 'Grande Signora' mi dava l'impressione di entrare in un sorta di simbiosi con lei, al punto da farmi percepire non come un intruso, ma come qualcuno accolto con generosità rassicurante per ricevere aiuto". Ma la storia dell'Araucaria non finisce qui. Attorno al suo tronco nel dopoguerra hanno ballato generazioni di giovani che frequentavano la balera che porta il suo nome. "Nel giardino ci sono ancora le tracce della pista da ballo, il bar e i camerini per gli artisti che si esibivano dal vivo - rievoca Maurizio Andrea Loi, figlio di Bonaria - mentre un muro divideva il locale dal convento di suore di clausura, in una attiguità tra sacro e profano". Non solo. In quello spazio dedicato al divertimento si svolgeva anche una manifestazione mondana per la elezione di Miss Araucaria, concorso di bellezza. "Sedersi su un ramo e godersi il panorama è una emozione straordinaria che non si può provare dal basso - confessa Roberto - a 60 anni, dopo tanti anni di attività come geometra, mi sto scoprendo ogni giorno sempre più appassionato a questo lavoro, fare il tree climber mi dà una gioia immensa".

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