Sardegna

Teatro: 'Lampedusa' sul dramma migranti

Donatella Finocchiaro,politica non può fare a meno dell'umanità

Redazione Ansa

Un cast di rilievo per un dramma teatrale che affronta il tema dei profughi e migranti nel Mediterraneo visto dalla lontana Manica. Un tema scottante e attuale per uno spettacolo scritto da un autore britannico pluripremiato che vede in scena due nomi importanti del grande e piccolo schermo. Dopo il debutto al Mittelfest a Cividale del Friuli arriva in Sardegna "Lampedusa" di Anders Lustgarten.
    Sotto i riflettori Donatella Finocchiaro e Fabio Troiano, per la regia di Gian Piero Borgia, produzione Bam Teatro. La prima regionale è il 23 gennaio al Teatro Centrale di Carbonia, poi lo spettacolo sarà in cartellone al Teatro Massimo di Cagliari dal 24 al 28 gennaio, sempre sotto le insegne del Cedac.
    Un intenso racconto a due voci, quelle di una giovane immigrata di seconda generazione ormai integrata e di un pescatore costretto a raccogliere i corpi dal mare. "Una pièce dalla forte impronta politica che tratta un tema caldo, un' emergenza di cui ancora non si trova la soluzione", spiega all'ANSA Donatella Finocchiaro.
    Un curriculum costruito tra palcoscenico e grande schermo, quello dell'attrice siciliana. Protagonista de "L'Accabadora" di Enrico Pau e prima ancora di "Angela" di Roberta Torre, che l'ha poi diretta in teatro ne "La Ciociara" (2011) e al cinema l'ha voluta anche ne "I baci mai dati". Interprete versatile e raffinata, spazia tra commedie e film d'autore, da "Viaggio segreto" con Emir Kusturica a "L'abbuffata" di Mimmo Calopresti con Gérard Depardieu, da "Baaria" a "Terraferma" di Emanuele Crialese, da "Assolo" di Laura Morante al mondo virtuale di "Youtopia" alternando ruoli da protagonista a affascinanti camei. "Conosco da vicino la realtà di Lampedusa - aggiunge l'artista - dai momenti più tragici del 2010 con l'intensificarsi degli sbarchi a oggi. L'ho vissuta sulla mia pelle anche attraverso le storie dei miei personaggi. Sono esperienze che ti segnano, fanno parte del tuo ' trauma culturale' e ti aiutano a capire come l'aspetto politico non possa prescindere da quello umano".

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