Sardegna

Insularità, "radici giuridiche robuste"

Parola a esperti e costituzionalisti per battaglia comune

Redazione Ansa

Il Comitato promotore del referendum per l'inserimento del principio di insularità in Costituzione dà la parola agli esperti, costituzionalisti e non solo: "la nostra battaglia affonda su robuste radici giuridiche", ha spiegato il presidente del Comitato, Roberto Frongia, che ha ricordato le 92mila firme raccolte in quattro mesi e già depositate in Corte d'Appello, che consentiranno di indire la consultazione nel prossimo mese di ottobre.

Un referendum consultivo che "ci consentirà di affrontare in modo nuovo il tema dell'Autonomia - ha spiegato Vanni Lobrano, ordinario di diritto romano a Sassari - uscendo da una concezione decentralista insopportabile". Un passaggio, ha rincarato la professoressa e ed ex assessora regionale alla Cultura, Maria Antonietta Mongiu, "necessario per avviare un processo culturale utile per superare il problema dell'autoesclusione e autodiscriminazione che impedisce ai sardi di avere pari opportunità con gli altri cittadini dell'Unione Europea".

In questi mesi, ha aggiunto Mongiu, "abbiamo cercato di cambiare il linguaggio secondo la teoria delle trasformazioni dei paradigmi, per questo ritengo utile produrre un dossier sul gap dell'insularità da diffondere nei Comuni anche per venire incontro a un sentimento popolare che c'è e riempirlo di sostanza giuridica".

Enrico Altieri, presidente aggiunto onorario della Cassazione, ha parlato del recupero della parità economica per le popolazioni di zone svantaggiate che deriverebbe dall'inserimento del principio di insularità in Costituzione, mentre l'ordinario di diritto Costituzionale all'Università di Cagliari, Felice Ancora, ha ricordato che "il numero delle firme raccolte è significativo e non può che incidere positivamente per il successo dell'iniziativa". Il referendum è consultivo, quindi sarà il Parlamento a decidere, nelle forme previste, se avviare una riforma costituzionale.
   

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