Sardegna

Riva, quel gol a Juve che valse scudetto

Ricordi Rombo di Tuono a vigilia sfida Sardegna Arena

Redazione Ansa

(di Stefano Ambu)

Rombo di Tuono, quanti fulmini contro la Juventus. Gigi Riva, e chi altri? Alla vigilia della attesa sfida tra il Cagliari e i bianconeri alla Sardegna Arena, il bomber azzurro (35 reti, ancora capocannoniere) e rossoblù racconta all'ANSA le sue sfide con la Vecchia Signora. A partire da quello stranissimo gol, per lui che il destro lo usava solo come base d'appoggio per caricare il sinistro, con il "piede sbagliato". "È stato il mio primo gol col destro in serie A - ricorda Riva parlando di quella rete della stagione 1964-65 decisiva per l'1 a 0 all'Amsicora - ed è il ricordo più forte dei miei Cagliari-Juventus. Non lo so, forse il difensore stava cercando di coprire il mio sinistro. Ma mi sono ritrovato con la palla sul destro e ho calciato un diagonale: non so nemmeno io come sia entrato". Il mito che tende a "smitizzarsi".

"Un gol in qualche modo emblematico - spiega - perché sin da allora pensai: se segno anch'io di destro possiamo davvero fare grandi cose". Profetico, visto che cinque anni dopo arrivò lo scudetto. Deciso, nei fatti, proprio da un rigore (questa volta di sinistro) di Riva nell'incredibile 2-2 all'Amsicora. "Il rigore? Se l'avessi sbagliato Lo Bello me lo avrebbe fatto ritirare", ricorda Riva riferendosi al fatto cha Anzolin lo aveva quasi parato. Un commento scherzoso collegato all'episodio, sempre di quella gara del 1970, del celebre rigore di Haller parato da Albertosi, ma poi rifatto tirare da Anastasi. "Il bello di quei Cagliari-Juve - riassume il bomber - è che il Cagliari giocava contro di loro senza soggezione, sempre alla pari".

Anche quando la squadra non era quella dello scudetto, ma un gruppo salito per la prima volta in A. "Sulla carta - dice Rombo di Tuono - ci davano tutti per spacciati, ma noi giocavamo senza paura. E i risultati ci davano spesso ragione". Anche a Torino: "Vincere lì, con diecimila tifosi dalla nostra parte, era un'emozione grandissima". La Juve era il primo fan del bomber. Tuttavia - e questa è storia - i colori di Riva, a parte il lilla del Legnano, sono rimasti sempre rossoblù, al massimo azzurri. Il gran rifiuto ai bianconeri? La leggenda dice che la Vecchia Signora offrì per lui dieci giocatori. "Macché - smentisce - erano solo quattro. Vero che mi offrì una montagna di soldi". Ma Riva disse di no. "Non potevo deludere i tifosi e gli amici - racconta - che mi chiedevano di stare in Sardegna per fare grandi cose con il Cagliari. Se sono rimasto è tutto merito loro".

Speranze per il Cagliari- Juve del 2018? "Sì - riflette Riva - il Cagliari ha ripreso forza e morale con la vittoria di Bergamo. Perché non deve sperare?". Il presente e (forse) il futuro dei rossoblù si chiama Barella, allevato da Riva. O meglio dalla scuola calcio fondata da Riva. "È eccezionale - commenta il bomber - forte e intelligente: farà tantissima strada".

 

   

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