Sardegna

Carovana prevenzione sbarca in Sardegna

Visite a Cagliari con tre cliniche mobili, il 23 a Olbia

Redazione Ansa

La Carovana della prevenzione sbarca in Sardegna. Il progetto ideato congiuntamente da Susan G. Komen Italia e Fondazione Policlinico Universitario Gemelli, nel mese di ottobre, ha offerto 2.568 prestazioni cliniche e diagnostiche per la tutela della salute femminile a oltre 1.000 donne di nove regioni italiane. Obiettivo del programma è garantire almeno 10 giornate di promozione della salute femminile ogni mese in regioni diverse e almeno 25.000 prestazioni mediche di prevenzione ogni anno. A Cagliari, nel Corso Vittorio Emanuele,  tre Cliniche mobili: una di prevenzione senologica per la diagnosi precoce dei tumori del seno, una per facilitare la diagnosi precoce dei tumori ginecologici e la terza per la prevenzione primaria delle principali patologie oncologiche.

Martedì 21 novembre, è prevista la giornata di prevenzione per i dipendenti della sede di Sestu di Sky Italia, che è anche partner dell'iniziativa. Il 23 e 24 novembre la Carovana sarà ad Olbia, in Piazza Elena di Gallura. Le prestazioni saranno erogate a donne in difficoltà, individuate grazie alla collaborazione delle associazioni attive nel territorio. Svolto sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il Patrocinio del Ministero della Salute e dell'Istituto Superiore di Sanità, il progetto "Carovana della Prevenzione" si avvale della collaborazione del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, del Dipartimento della Amministrazione Penitenziaria e di istituzioni di diverse regioni italiane.

"Accorgersi presto di un tumore, quando è negli stadi più precoci, vuol dire avere maggiori possibilità di guarigione (oltre il 90% in caso di tumore del seno), con cure meno invasive - spiega Riccardo Masetti, Presidente della Susan G. Komen Italia. "Ma molte donne non effettuano con regolarità quei semplici esami di prevenzione secondaria che aiutano a proteggere la salute. E questo è particolarmente vero nelle donne che vivono in condizioni di maggiore difficoltà".
   

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