Sardegna

Nicolo, i ricordi di un cuoco doc

Ristorante Carloforte meta obbligata per celebrity e gourmet

Redazione Ansa

di Maria Grazia Marilotti

Si affaccia sul lungomare Battellieri di Carloforte, ed è meta obbligata per buongustai. Vietato non 'peccare di gola' al ristorante Da Nicolo, dove da circa 50 anni si servono specialità della cucina carlofortina. Dall'antipasto al dessert, tutto racconta profumi e sapori di questo splendido borgo marinaro nell'isola di San Pietro, Sardegna sud occidentale. Nicola Pomata, in arte Nicolo, 73 anni, tra i piatti forti ne ha uno che gli sta particolarmente a cuore, le linguine con tonno, limone e capperi a cui ha dato il suo nome.

Sono nel menù dal 1973, anno di nascita del suo primogenito, Luigi, il famoso chef che ha portato alla ribalta internazionale gusti e tradizioni carlofortine, aggiornati alle più recenti tendenze dell'arte culinaria. Non nasconde l'orgoglio per i successi e traguardi raggiunti da Luigi. "Tra me e Luigi c'è uno scambio continuo - racconta Nicolo all'ANSA - mi stupisce sempre la sua capacità di creare quei suoi meravigliosi piatti mettendo assieme anche pochi ingredienti". Tartara o ventresca di tonno, pesto, cascà, maccheroni carlofortini, gran fritto di molluschi, pesce e gamberi, bottarga, erbe aromatiche, spezie trionfano nei piatti di Nicolo.

Rimandano a lontane tradizioni di un'isola dove da sempre si parla l'antico genovese. A fine '90 la svolta, i figli, Luigi e Antonello, portano ventate di novità, con abbinamenti di nuovi gusti, combinazioni di aromi, fragranze, accurata scelta dei vini e quel tocco coreografico che rende i piatti belli da vedere oltre che buoni da gustare. Un menù accattivante, ingredienti di primissima qualità, super selezionati, di stagione, per lo più a metro zero. Tutto fresco, cucinato a crudo, pane fatto in casa, olio evo di prima spremuta. I vini provengono soprattutto da cantine sarde ma anche italiane, scelti da Antonello, con un occhio particolare ai vitigni autoctoni minori, squisiti rossi e bianchi, di nicchia e anche rossi vinificati in bianco.

Nicolo "Il Pirata", sgargiante bandana in testa accoglie i clienti col sorriso e la sua carica di simpatia. Ne ha collezionato oltre un centinaio di foulard, dono di clienti e amici. E' bravissimo a indovinare i gusti e, se occorre, personalizzare e improvvisare. I clienti per lui son tutti uguali. "Quando è arrivato Tom Cruise il locale era pieno e non me la son sentita di disdire una prenotazione - ricorda il ristoratore - ha così dovuto ripiegare sul take away, ho saputo poi che ha molto apprezzato la mia cucina".

Meno elegantemente c'è stato anche chi, contrariato per essere stato lasciato senza tavolo, al "lei non sa chi sono io" si è sentito rispondere: "Forse è lei che non sa chi sono io. Non farei mai lo sgarbo di far scomodare un amico o un cliente che ha prenotato manco per far posto al re". Di aneddoti ne ha a bizzeffe Nicolo, che deve questo nome ad un refuso sulla vecchia insegna del locale. Ha costruito la sua fortuna e notorietà con sudore, impegno, ingegno e ha messo in piedi il suo piccolo impero: ristorante, bistrot, bar, albergo dove tanti turisti fanno tappa.

"Devo il mio esordio nella ristorazione a Vittorio Gassman - svela - avevo 15 anni e fui chiamato per servire ai tavoli in una serata di gala dove era l'ospite più importante. Quella giornata è impressa nella mia memoria". La sua è una famiglia votata alla ristorazione. Il filo della tradizione e della passione parte da nonno Luigi, cuoco dell'Hotel Riviera. Suo figlio e i nipoti hanno poi ereditato la passione per questo mestiere. Non solo Luigi con i locali di tendenza a Cagliari e la sua storia di successi.

Antonello è sommelier e maître Da Nicolo e al Bistrot, Maddalena gestisce il Nichotel. Della sua famiglia il capostipite ne va fiero. Fruga tra i suoi ricordi. Sedicenne, Nicolo girava tra i caruggi per proporre focaccine fatte in casa, 50 lire, bevanda compresa. Andavano a ruba. Da quello spuntino veloce, quel cibo da passeggio ne ha fatta di strada quel ragazzino pieno di inventiva e voglia di fare. Nel suo lavoro ci ha messo testa, cuore e anima: il via vai continuo nel suo ristorante, meta di buongustai di mezzo mondo, è la giusta ricompensa.

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