Sardegna

Finisce l'era della chimica a Ottana

58 lettere a operai Polimeri, pronte altre 70 per la centrale

Redazione Ansa

Cinquantotto lettere di licenziamento per gli operai di Ottana Polimeri mettono la parola fine alla storia della chimica nella Sardegna centrale. Lettere che il patron della fabbrica che produce Pet per bottiglie di plastica, l'imprenditore bresciano Paolo Clivati - socio del colosso internazionale del Pet Indorama - ha spedito ai lavoratori in cassa integrazione da due anni. Ad aprile 2018 scadrà la cig anche per altri 70 operai della centrale elettrica Ottana Energia, sempre di Clivati. E anche per loro si spalancheranno le porte del licenziamento.

"E' una sconfitta per tutti - ha detto all'ANSA Roberto Olivas, dipendente di Ottana Polimeri e Rsu della Cisl - per il territorio, per la Sardegna, per la politica regionale e nazionale. Dopo l'ultimo incontro in Regione ai primi di agosto, Clivati si è tirato indietro dicendo che non ci sono le condizioni che lui chiede: continuità territoriale per le merci, costi energetici competitivi, trasporti e servizi. La Regione non ha risposto a nulla. Dal 23 settembre avremo diritto alla Naspi, la cassa integrazione speciale, che ci copre, sia pure con cifre che via via diminuiscono, per altri due anni, ma il futuro è nero. Ci hanno illuso che la nostra fabbrica sarebbe ripartita, ma abbiamo avuto solo promesse".

La storia della chimica a Ottana inizia negli anni '70 ma negli ultimi dieci anni una crisi feroce l'ha travolta. Crisi mai risolta nonostante gli investimenti pubblici. Il passaggio decisivo è stato il mancato rinnovo da parte del Governo del regime di essenzialità nel 2015, che aveva consentito fino ad allora di contenere i costi energetici.

"Non è accettabile che gli stabilimenti di Ottana, realizzati con fiumi di denaro pubblico chiudano così - denuncia il segretario della Cgil Salvatore Pinna - Qui c'è una responsabilità enorme della Regione che nell'ultimo incontro ha cancellato con un tratto di penna la chimica a Ottana adducendo come unica giustificazione il disimpegno dell'imprenditore. Che sia chiaro, ha le sue responsabilità. Noi anche davanti al dramma del licenziamento, continueremo la battaglia. Cercheremo soluzioni per continuare a produrre il Pet sia con Clivati che con altri imprenditori".

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