Sardegna

Sfigurata da marito: procura riapre caso

Accolta richiesta difesa famiglia del giovane morto in rogo casa

Redazione Ansa

Valentina Pitzalis, la giovane donna rimasta sfigurata nel rogo del 17 aprile 2011, nel quale morì l'ex marito Manuel Piredda, è indagata per omicidio dalla Procura di Cagliari: si tratta di un atto dovuto a seguito dell'esposto presentato dalla famiglia di Piredda attraverso l'avvocato Gianfranco Sollai.

Nel documento il legale contesta il racconto della donna, che ha sempre sostenuto che l'ex compagno l'avrebbe voluta uccidere, per questo l'avrebbe cosparsa di benzina per poi darle fuoco, rimanendo lui stesso ucciso nell'incendio. Valentina era sopravvissuta per miracolo, ma con gravi ustioni e il volto sfigurato, diventando il simbolo della violenza subita dalle donne e girando l'Italia per portare la propria testimonianza.

Nell'esposto che ha dato il via all'apertura del nuovo fascicolo, assegnato ora al procuratore aggiunto Gilberto Ganassi, viene ipotizzato che sia stata invece la donna - in qualche modo - ad uccidere l'ex marito. Da qui l'iscrizione nel registro indagati come atto dovuto.

CASO RIAPERTO - La Procura di Cagliari ha riaperto il caso sulla morte di Manuel Piredda, il muratore di 27 anni di Gonnesa, nel Sulcis, deceduto il 17 aprile 2011 a Bacu Abis a causa delle ustioni riportate nell'incendio della sua casa. Il fascicolo è tornato di attualità dopo i vari esposti presentati dall'avvocato Gianfranco Sollai, difensore della famiglia del giovane, che non crede alla ricostruzione sinora data dell'accaduto.

Le indagini svolte dopo il rogo, dal quale si era salvata l'ex moglie del muratore, Valentina Pitzalis, rimasta però sfigurata dal fuoco, avvalorarono il racconto fatto dalla donna ai soccorritori. Secondo quanto riferito dalla giovane - diventata nel frattempo un simbolo delle donne vittime di violenza - il suo ex avrebbe cercato di ucciderla cospargendola di benzina e dandole fuoco, ma rimanendo lui stesso avvolto dalle fiamme e morendo nell'incendio. Una ricostruzione sempre contestata dalla famiglia di Piredda, che ha presentato numerosi esposti, l'ultimo ad ottobre dello scoro anno, chiedendo la riapertura del caso.

La Procura di Cagliari aveva aperto un fascicolo per tentato omicidio e incendio doloso, ma poi il Pm e il Gip avevano dovuto archiviare per morte del reo, ritenendo comunque attendibile la testimonianza di Valentina. "Piredda, indagato nonostante fosse deceduto, non ha potuto nominare un difensore, né si è in alcun modo potuto difendere - aveva spiegato l'avvocato Sollai - Ciò nonostante, è stato considerato autore di delitti gravissimi, non solo dalla moglie separata ma anche dalle istituzioni".

La famiglia del giovane deceduto, negli anni, ha provato a contestare in varie sedi la ricostruzione dei fatti raccontati da Valentina che, nel frattempo, è diventata un simbolo della violenza subita dalle donne. Ancora oggi, nel volto e nel corpo, la giovane donna sulcitana porta i segni del fuoco ed è stata costretta a sottoporsi a difficili e dolorose operazioni.

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