Sardegna

Consumi: 2100 euro/mese spesa famiglie

Confcommercio-Istat, più esborsi per casa e bollette

Redazione Ansa

Ogni famiglia sarda ha speso nel 2016 mediamente 2.128,72 euro al mese, circa 400 euro in meno di quanto hanno sborsato le famiglie italiane nel complesso, 2.524,38. In linea con il dato nazionale, i sardi hanno speso di più per l'abitazione e le bollette, per i prodotti alimentari e per i trasporti, relegando all'ultimo posto l'istruzione ma anche la cura delle malattie o altri servizi sanitari. Lo rileva l'Ufficio Studi Confcommercio che ha monitorato la spesa delle famiglie italiane su dati Istat secondo i quali i consumi dei residenti nel Belpaese sono aumentati dell'1% rispetto al 2015 e del 2,2% rispetto al 2013.

Nel dettaglio per i prodotti alimentari e bevande analcoliche i sardi hanno speso 431,44 euro al mese rispetto ai 447,96 euro della media italiana, mentre per abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili il costo è salito a 752,36 (902,72 euro in Italia) di cui 20,79 euro per manutenzioni straordinarie, 532,66 euro per affitti figurativi e 76,35 euro per mobili, articoli e servizi per la casa. I trasporti hanno, invece, pesato sul bilancio familiare per 254,52 euro (271,27 euro in Italia).

Per altri beni e servizi come quelli per la cura della persona, effetti personali, servizi di assistenza sociale, assicurazioni e finanziari, le famiglie sarde hanno pagato 139,59 euro rispetto ai 183,32 euro della media italiana e per ricreazione, spettacoli e cultura 112,61 euro (130,06 euro la media italiana).L'abbigliamento e calzature sono costati mensilmente 79,72 euro (118,26 euro in Italia). "Il lieve incremento dei consumi non può che confermare questi piccoli segnali di fiducia già arrivati nei primi sei mesi dell'anno, ma continuiamo a ripetere che servono interventi strutturali e politiche dedicate per sostenere le imprese e creare sviluppo e lavoro - afferma il presidente regionale di Confcommercio, Alberto Bertolotti - In questo senso la Regione deve avere una marcia in più per definire politiche di settore aderenti al tessuto economico isolano, fatto di piccole e micro imprese familiari che rappresentano, in alcuni settori, il valore aggiunto del Pil sardo".

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