Sardegna

Cresce la moneta virtuale bitcoin

Usata da aziende turistiche dell'Isola, ci sono anche 2 start up

Redazione Ansa

Bitcoin in crescita anche in Sardegna: sono soprattutto le aziende del settore turistico a utilizzare la nuova moneta elettronica virtuale che punta sulla intermediazione libera. Un fenomeno ancora in embrione ma che, assicurano gli esperti, domani potrebbe essere la normalità nelle transazioni commerciali. Due start up sarde stanno già lavorando su bitcoin. È quanto emerso alla Ex Manifattura tabacchi di Cagliari nel corso della "Bitcoin & Blockchain Conference Sardinia, la nuova rivoluzione tecnologica decentralizzata".

Iniziativa, organizzata dallo Sportello Startup di Sardegna Ricerche in collaborazione con l'Associazione Bitcoin Sardegna, nata per dare informazioni chiare. Il blockchain è il sistema di sicurezza che protegge le transazioni dei bitcoin, moneta virtuale ma con pagamenti reali.

"L'associazione Bitcoin Sardegna - spiega il presidente Francesco Piras - è nata nel 2015. L'interesse è crescente: un centinaio di persone, tra iscritti e non iscritti, partecipano alle nostre attività. La Sardegna è una buona base: il fenomeno - precisa Piras - è forte come competenze e ambiente tecnologico".

Iniziare a pagare e a vendere in bitcoin è facile: basta scaricare un software. "Il vantaggio? E' una moneta che fa a meno degli intermediari tradizionali - sottolinea Piras -. È senza censure, ma allo stesso tempo sicuro grazie a un registro centrale".

Giro d'affari ancora difficilmente quantificabile, ma è un dato di fatto che varie aziende sarde scambiano in bitcoin. Anche il Crs4 guarda con interesse all'evoluzione della moneta virtuale: "Dal 2014 - illustra Davide Carboni, tecnologo del Centro di ricerca - ci stiamo occupando di progetti relativi a bitcoin. Potrebbe essere di grande interesse per le aziende che lavorano nel settore dell'internet of things".
   

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