Sardegna

Più arrivi ma stranieri scelgono il mare

Cna, solo 8% attratto dal patrimonio culturale

Redazione Ansa

In 10 anni gli arrivi internazionali sono aumentati quasi del 15%: dal 32% del 2006 al 46 del 2015. Il 74% dei turisti stranieri arriva in Sardegna per il mare e le spiagge, solo l'8% viene attratto dal patrimonio artistico, culturale ed archeologico dell'isola, "un dato drammatico rispetto a quelli di competitor come la Sicilia e la Puglia". Lo rileva la Cna, sulla base dei dati pubblicati dal report annuale della Banca d'Italia.

Il 56% per cento dei turisti stranieri arriva in Sardegna nei mesi di bassa stagione: in Sicilia il dato arriva a quasi 70% e in Puglia al 65, segno che queste regioni riescono a destagionalizzare maggiormente l'offerta turistica. La Sardegna resta attrattiva per l'agriturismo e l'enogastronomia, mentre non riesce ad intercettare il turismo fieristico e congressuale di livello internazionale. Nel 2016 (dati della Banca d'Italia) la permanenza media di un visitatore straniero è stata pari a circa 10 notti con una spesa pro-capite intorno ai 910 euro (escludendo le spese di viaggio per raggiungere l'Isola).

In sostanza, considerando i circa 680 mila viaggiatori giunti nell'Isola nel 2016 (indagine Banca d'Italia), la Cna stima una spesa complessiva sul territorio pari a circa 620 milioni di euro. In Sardegna la spesa media per l'alloggio (incluso i pasti consumati all'interno della struttura) è pari a circa 49 euro a notte, contro i 19 della Calabria, i 25 di Puglia e Marche e i 39 dell'Emilia Romagna. "La Sardegna non riesce ad affrancarsi da un'immagine incentrata solo sul sole e sulla bellezza del proprio mare.

Par cogliere le sfide del mercato e destagionalizzare l'offerta è necessario promuovere un'immagine nuova e moderna dell'isola indirizzata ad un target turistico che vada oltre la classica vacanza in un resort o in un villaggio vacanze - spiegano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della Cna Sardegna, commentando il dossier - Inoltre la valorizzazione delle filiere agroalimentari e dell'artigianato deve essere elemento centrale per una strategia di medio-lungo termine efficace e funzionale ad un'idea di sviluppo turistico moderno, equilibrato e sostenibile".

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