Sardegna

Disoccupazione giovani, Isola 6/a in Ue

Secondo dati Eurostat 2016 ha raggiunto il 56,3% di senza lavoro

Redazione Ansa

1 maggio di protesta in occupazione tra i banchi dell'aula consiliare di Villacidro per gli ex lavoratori Ati-Ifras che hanno operato sino al 31 dicembre 2016 nei cantieri del Parco Geominenario della Sardegna.

Nessuna festa per i 23 operai, da giorni in lotta serrata per chiedere il rispetto degli impegni assunti dalla Regione nel percorso di reimpiego negli enti locali e in Igea, tutto questo in fase transitoria in attesa del bando per la gestione delle attività del Geoparco.

"Aspettiamo con trepidazione la riunione tra Giunta, sindacati e lavoratori in programma per domani a Cagliari per conoscere il nostro destino - spiega il rappresentante sindacale Ettore Colombo - Chiediamo soltanto di sapere quando potremo tornare al lavoro.

Fino ad allora, siamo determinati a restare qui e farci sentire. Licenziati a fine anno con la promessa di riprendere a lavorare entro l'1 marzo, dopo due mesi in regime di Naspi, i lavoratori sono senza impiego né stipendio dal 31 dicembre - denuncia Colombo - Non vogliamo né assistenza né elemosina. Dopo diverse lotte abbiamo ottenuto la tredicesima, ma ancora ci spettano sei mesi di quattordicesima, lo stipendio arretrato e il trattamento di fine rapporto".

SINDACATI IN ORDINE SPARSO - Le manifestazioni unitarie in Sardegna sono andate in soffitta ormai da qualche anno. E anche il prossimo 1 maggio l'Isola non avrà un momento sindacale clou per celebrare la festa del lavoro. O meglio, per celebrare il lavoro che non c'è. Disoccupati, cassintegrati, precari, poveri: la Sardegna è maglia nera nelle classifiche nazionali, "c'è poco da festeggiare", commentano in coro i vertici di Cgil, Cisl e Uil.

"Non abbiamo stabilito nessun appuntamento, anche perché festeggiare il lavoro che non c'è è molto complicato - conferma all'ANSA la segretaria generale della Uil Francesca Ticca - Noi teniamo sempre la fiamma accesa sul tema, ma è battaglia quotidiana. Dobbiamo riscoprire questi valori che stentano, in una società come la nostra, ad avere spazio. Si vive con difficoltà il tema del lavoro e delle politiche attive perchè - spiega la leader sindacale - concretamente sembrano scomparse dall'agenda principale della politica. Ma per noi, Cgil, Cisl e Uil, costituiscono un valore universale". L'1 maggio, quindi, i confederali andranno in ordine sparso.

Francesca Ticca e Ignazio Ganga, segretario generale della Cisl, saranno a Portella della Ginestra, in provincia di Palermo, con le segreterie nazionali; Michele Carrus, leader della Cgil sarda, protagonista invece a Villacidro in una delle quattro manifestazioni del sindacato, le altre sono a Perdasdefogu, Carbonia e Olbia. "Per noi questo 1 maggio - sottolinea Carrus all'ANSA - è da una parte un'occasione lieta dopo tanto tempo, perché la nostra battaglia per i diritti dei lavoratori, grazie ai referendum e alla proposta di legge popolare per un nuovo Statuto, ha registrato un primo importante successo con l'abrogazione dei voucher e il ripristino della responsabilità solidale negli appalti.

Dall'altra parte, in una regione come la nostra, con i suoi tassi di disoccupazione e il disagio di migliaia di persone che hanno perso il lavoro e persino la speranza di ritrovarlo, o la forza di continuare a cercarlo, è sempre importante ricordare la centralità del lavoro, valore fondante della democrazia". Di ridisegnare un nuovo futuro per l'Isola, parla Ignazio Ganga. "Al territorio regionale serve una via alta allo sviluppo - argomenta il leader della Cisl in un colloquio con l'ANSA - Quindi vanno recuperate quanto prima alcune criticità, a partire dal comparto industriale: senza un sistema industriale evoluto dubitiamo possa essere raggiunto il traguardo di una nuova modernizzazione della Sardegna".

DISOCCUPAZIONE, SARDEGNA MAGLIA NERA. La Sardegna è fra le prime, nella classifica europea delle regioni, con la maggior disoccupazione giovanile. In particolare l'Isola è sesta, col 56,3%. In testa è la Calabria che, nel 2016, ha fatto registrare il maggior tasso dei senza lavoro (58,7%). E' quanto risulta dai dati diffusi da Eurostat.

Percentuali peggiori della Calabria sono state riscontrate a Ceuta (69,1%) e Melilla (63,3%), le due 'enclave' spagnole che, però, sono in terra d'Africa. Alle spalle della Calabria ci sono, nella top ten della disoccupazione giovanile (età tra i 15 e i 24 anni), l'Andalusia (57,9%) e poi altre due regioni italiane: la Sicilia (57,2%) e, appunto, la Sardegna.

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