Sardegna

Sardegna: confronto su accantonamenti

Tavolo Boschi-Paci con Costa e Mef, Isola chiede taglio 700mln

Redazione Ansa

La Regione Sardegna batte cassa a Palazzo Chigi aprendo la trattativa con lo Stato per ottenere una forte riduzione dell'ammontare degli accantonamenti trattenuti a Roma come contributo alla finanza pubblica da parte dell'Isola. La posizioni restano distanti, ma il confronto, a tratti anche duro, è stato aperto: la Sardegna propone un taglio di circa 700 milioni di euro, dagli attuali 848,4 milioni per il 2018 a 148,4 milioni.

E' quanto emerge al termine del confronto tra la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi, e il vice presidente della Giunta, nonchè assessore al Bilancio e Programmazione, Raffaele Paci. Presenti all'incontro anche il ministro degli Affari regionali, Enrico Costa, il capo di gabinetto del Mef e alcuni dirigenti della Ragioneria generale, segno che le interlocuzioni sono state avviate ad alto livello e sono già in fase avanzata con l'obiettivo, auspicato dalla Regione, di arrivare ad un'intesa in tempi brevi.

Secondo quanto si apprende, al tavolo il Governo ha sottolineato come sia difficile trovare risorse in una congiuntura economica sfavorevole come quella attuale, ma Paci ha ribadito che la previsione degli accantonamenti così come delineata da Roma va a modificare unilateralmente lo Statuto speciale della Sardegna, rilanciando il diritto dell'Isola di usare quelle stesse risorse per risolvere in casa propria le situazioni di crisi per creare sviluppo e occupazione.

La riunione si è chiusa con la condivisione dell'avvio di un percorso comune per tentare di trovare una soluzione: primo passaggio, la controproposta che il Governo dovrà presentare alla Regione a stretto giro. Al tavolo il vice presidente della Giunta ha presentato sia il dossier Sardegna, con tutte le analisi e i dati che fotografano il gap insulare, che un dossier specifico sugli accantonamenti. In questo carteggio, figlio del patto sottoscritto col ministro Padoan, si sollecita una revisione della quota di accantonamenti, che tra il 2012 e il 2017 ammontano ad oltre 3,3 miliardi di euro, compresi i 781,7 milioni previsti per il 2017. 

PACI, CON QUESTI ACCANTONAMENTI 2/10 IN MENO DI IRPEF - "Continuare a trattenere tutti questi accantonamenti significa versare alla Sardegna 2/10 in meno dell'Irpef che ci spetta e dunque non rispettare lo Statuto. A meno che lo Stato non abbia unilateralmente deciso di modificarlo stabilendo che nelle nostre casse debbano arrivare 5/10 e non più i 7/10 dell'Irpef previsti". Così il vicepresidente della Giunta, Raffaele Paci, dopo il confronto a Roma con la sottosegretaria Maria Elena Boschi.

"La Sardegna - ribadisce - ha contribuito, e in misura pesante, con 3,3 miliardi di euro in questi anni. Ora basta: continuare a pretendere il pagamento di centinaia di milioni all'anno non può essere accettato. Di sicuro partiamo da posizioni molto distanti e il confronto di oggi lo conferma. Ho apprezzato il fatto che, nonostante fosse solo il primo incontro, al tavolo ci fossero tutti i rappresentanti istituzionali coinvolti, in modo da essere immediatamente operativi".

"Abbiamo rappresentato con forza le nostre ragioni- spiega Paci - e illustrato il dossier predisposto con il presidente Pigliaru che dimostra quanto la Sardegna ha bisogno di tutte le proprie entrate. Abbiamo detto al sottosegretario Boschi e al ministro Costa che non cederemo di un passo e che porteremo le nostre rivendicazioni fino in fondo. Il Governo, da parte sua, ha preso l'impegno di analizzare in tempi brevi la situazione con il Mef per dare le prime risposte alla Sardegna.

Non sarà facile ottenere i risultati che vogliamo - ammette il vice presidente - il Governo ci ha ripetuto che la situazione economica italiana è complicata e che le richieste della Sardegna possono generare un effetto a cascata sulle altre Regioni a Statuto speciale. Noi, numeri alla mano - racconta ancora Paci - abbiamo ribadito che la nostra situazione è più difficile rispetto ad altre e quindi chiediamo un'attenzione maggiore, che tenga conto del nostro particolare ciclo economico. Il confronto, insomma, è stato avviato: nelle prossime settimane ci rivedremo e ci aspettiamo le prime, concrete risposte".

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