Sardegna

Crisi Regione: stretta su rimpasto

Verso quattro nuove deleghe, saltano Morandi e Firino?

Redazione Ansa

Ancora pochi giorni e si potrà parlare della seconda Giunta Pigliaru: il rimpasto sembra davvero alle porte e il governatore sta concludendo le consultazioni con i partiti per poi tirare le somme e nominare i nuovi assessori. In ballo potrebbero esserci non solo quelli dell'Agricoltura e degli Affari generali - posti vacanti dopo le dimissioni post referendum di Elisabetta Falchi e Gianmario Demuro - ma anche della Cultura e del Turismo. Il nuovo scacchiere dell'Esecutivo regionale potrebbe così rispecchiare i nuovi equilibri in Consiglio.

In questo quadro il Pd riuscirebbe a completare la rappresentanza in Giunta delle diverse componenti del partito, con l'ingresso di Pierluigi Caria all'Agricoltura, per i renziani, e di Barbara Argiolas, per i soriani. I Dem confermerebbero poi Cristiano Erriu e Massimo Deiana, rispettivamente agli Enti locali e ai Trasporti, Luigi Arru e Virginia Mura, per Sanità e Lavoro. Sul piatto ci anche le donne e gli uomini del presidente, i cui nomi non sono mai stati in discussione: il vice presidente e assessore del Bilancio Raffaele Paci e l'assessore dell'Ambiente Donatella Spano.

A questi si aggiunge l'attuale capo di Gabinetto Filippo Spanu, in dirittura d'arrivo agli Affari generali. Conferme anche per il presidente del Partito dei Sardi Paolo Maninchedda, ai Lavori pubblici, e Maria Grazia Piras all'Industria (Upc-La Base). Chi rischia di perdere un rappresentate in Giunta è il Centro democratico che negli ultimi mesi è stato critico con l'azione dell'Esecutivo regionale. L'assessore di riferimento Francesco Morandi (Turismo) potrebbe però rimanere in presidenza come consulente nel posto che verrebbe lasciato libero da Gianluca Serra, dato per certo come sostituto di Spanu. Altra poltrona in bilico è quella di Claudia Firino.

Qui si gioca una partita tutta interna agli ex Sel. Daniele Cocco, Luca Pizzuto ed Eugenio Lai sono pronti ad annunciare la costituzione di un nuovo gruppo consiliare, al quale potrebbero aderire anche Raimondo Perra (Psi) e Paolo Zedda (Rossomori). Questa nuova formazione potrebbe prendere l'assessorato della Cultura inserendo un uomo al posto della Firino, mentre Francesco Agus conserverebbe la presidenza della commissione Autonomia. Per il suo peso specifico, è quasi un assessorato anche la presidenza della Sfirs, sempre vicina a questa parte di ex Sel a guida Luciano Uras.

Rimane l'incognita del costituendo Campo Progressista lanciato da Pisapia che riunirebbe, anche in Consiglio, l'ex Sel Agus e il Centro democratico con Anna Maria Busia. Senza una rappresentanza in Giunta di questa componente, si potrebbe aprire un nuovo fronte di crisi che oggi il governatore non si può permettere.

URAS-CAPPELLI, PIGLIARU CONVOCHI MAGGIORANZA - "Sulle ricorrenti voci circa una ipotesi di rimpasto della Giunta regionale riteniamo giusto intervenire con parole di chiarezza. Il termine 'rimpasto' è irricevibile. Evoca immagini negative, quelle dello scarto dei rifiuti, del riciclaggio degli avanzi. Una volgarità che i sardi non meritano. Quando si tratta del Governo delle istituzioni democratiche si fa l'analisi rigorosa dei problemi, si avanzano proposte, si definiscono e condividono le soluzioni".

Lo affermano il senatore ex Sel Luciano Uras e il deputato di Centro democratico Roberto Capelli, che guardano con interesse sempre più crescente al Campo progressista di Pisapia. I due, come ha fatto anche dalla consigliera regionale di Cd Anna Maria Busia, sollecitano il presidente Francesco Pigliaru a convocare la maggioranza politica, "quella costituita dalle forze in capo che lo hanno sostenuto ed eletto e affronti con loro le questioni urgenti per la Sardegna.

Si sviluppi, finalmente, una effettiva verifica programmatica e politica. Noi - annunciano Uras e Capelli - siamo pronti a discutere nel merito le necessarie soluzioni. Non siamo però disponibili ad avvallare percorsi basati su vecchie e ammuffite pratiche immorali della contrattazione di potere che passa sopra e affossa i diritti dei sardi. Il governo della Regione non è un 'piatto di poker' e gli assessorati non sono fiches".

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