Sardegna

Referendum: autonomia 'nodo' per Regioni

I dubbi se passa riforma, costituzionalisti divisi su Speciali

Redazione Ansa

(ANSA) - CAGLIARI, 3 DIC - Autonomia, rappresentanza politica in Senato e rinnovo degli incarichi interni al Consiglio regionale. Sono i tre temi che hanno acceso il dibattito politico e degli opposti comitati durante la campagna referendaria per la riforma della Costituzione.
    Gli indipendentisti, i sovranisti e anche il Movimento 5 stelle hanno puntato molto sulla cosiddetta "clausola di supremazia" contenuta nella riforma che limiterebbe le autonomie regionali e, in particolare per la Sardegna, la specialità data dalla carta statutaria. Chi invece sostiene il Sì, come il Pd, ha sempre parlato di "rafforzamento" delle autonomie speciali e di "sfida" per rinnovare lo Statuto come momento per assumere nuova responsabilità.
    Altro argomento 'caldo' di queste settimane è stata la diatriba sull'incompatibilità tra la carica di consigliere regionale e quella di senatore, prevista nell'attuale Statuto sardo.
    L'Isola rischia di rimanere senza i suoi tre senatori a causa della riforma: o meglio l'Isola potrebbe mandare a Roma solo un sindaco mentre i posti dei consiglieri-senatori, rimarrebbero vuoti", hanno denunciato il deputato Mauro Pili e il costituzionalista Andrea Pubusa. "Confondere il nuovo Senato con quello di oggi, per il quale giustamente vale il divieto di doppio mandato, sarebbe come confondere aglio per cipolla", ha replicato il deputato dem Francesco Sanna. E sul tema è intervenuto anche il presidente della Regione Francesco Pigliaru, parlando di "bufala".
    Nel frattempo nel Consiglio è scoppiata una nuova polemica: la minoranza ha puntato il dito contro le faide nel Pd e nel centrosinistra per lo slittamento a dopo il referendum del rinnovo delle commissioni permanenti e degli incarichi dell'Assemblea, paventando "problemi in ordine alla legittimità delle funzioni esercitate dagli organi oramai scaduti" e di "un serio vulnus alla credibilità dell'istituzione consiliare". Ma il presidente Gianfranco Ganau ha frenato: "non siamo a rischio paralisi istituzionale, la proroga negli incarichi di governo non inficia in alcun modo l'attività consiliare". (ANSA).
   

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