Sardegna

Telecom Cagliari, 200 chiedono garanzie

Sit-in davanti a sede azienda. Il 13 dicembre sciopero nazionale

Redazione Ansa

La riduzione dei costi del personale, l'assenza di un piano industriale a medio termine, la possibilità che Agcom da febbraio permetta il pieno accesso di operatori alternativi sulla rete di Telecom, i continui tagli agli investimenti tecnologici, causa in Sardegna del progressivo isolamento della popolazione: è questo il quadro "preoccupante" che ha convinto oltre duecento lavoratori a manifestare davanti alla sede regionale di Tim Telecom Italia a Cagliari.

Domani un altro presidio, sempre organizzato da Cgil, Cidl e Uil, ma a Sassari, di fronte alla sede della Prefettura. In entrambi i casi è previsto lo sciopero nell'ultima ora e mezza del turno di lavoro. I sit-in - in contemporanea anche in altre regioni d'Italia - precedono lo sciopero nazionale di 24 ore dell'intera categoria in programma il 13 dicembre.

"Protestiamo per garantirci il nostro futuro - ha spiegato Alessandro Randaccio, Rsu di Cgil Slc - chiediamo una riapertura delle trattative con un'azienda affidabile". In particolare, "attendiamo la presentazione di un piano industriale che dia garanzie ai lavoratori nel medio e lungo termine e che soprattutto i sacrifici fatti negli ultimi sei anni vengano riconosciuto ai lavoratori".

In Sardegna i dipendenti Telecom sono circa ottocento: la metà impegnati nel servizio commerciale e nella piattaforma informatica, gli altri 400 tra tecnici e progettisti. Per questi ultimi, potrebbe diminuire fino al 60% la quantità di lavoro se Agcom si pronunciasse per il libero accesso alla rete Telecom da parte di operatori alternativi. 

L'AZIENDA, NESSUN ESUBERO - "Nessun esubero all'interno della società". E' la precisazione di Tim Telecom Italia in relazione alle manifestazioni sindacali di questi giorni che confluiranno nello sciopero nazionale dei dipendenti in programma il 13 dicembre.

"L'azienda - si legge in una nota - ha già ribadito la volontà dell'attuale management di salvaguardare il perimetro organizzativo e di gestire le eccedenze produttive attraverso processi di formazione e riqualificazione professionale che porteranno a un più efficace impiego delle competenze dei singoli". Anche il piano straordinario di contenimento dei costi di struttura è stato avviato, dice la società, "senza influenzare, nemmeno in minima parte, il livello degli investimenti previsti, né l'attuale costo del lavoro".

Tim ricorda, infatti, di essere "impegnata per lo sviluppo delle infrastrutture e per la digitalizzazione del Paese grazie a un piano di investimenti di 4,5 miliardi di euro per lo sviluppo della banda ultralarga fissa e mobile nel triennio 2016-2018".

Quanto al confronto con i sindacati, "è finalizzato - spiega l'azienda - alla ricerca di soluzioni che consentano di adeguare l'accordo del maggio 2008 alle mutate condizioni di mercato e all'esigenza di migliorare i livelli di servizio per la clientela, anche nella prospettiva di condividere misure a sostegno dei progetti di riqualificazione e riposizionamento professionale, funzionali a nuova occupabilità aziendale sostenibile".

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